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Rione San Silvestro |
1389 -1406: Valentina porta l’iconografia araldica nel Palio
Durante la dominazione orléanese, che ebbe inizio a seguito del matrimonio di Valentina Visconti con Luigi d’Orléans, le arti figurative compaiono per la prima volta nel Palio d'Asti. Infatti nel 1389, forse per suggerimento di Valentina o in suo omaggio, il drappo si adorna di tre gigli d'oro su fondo azzurro e si trova documentato per la prima volta in relazione al del Palio il nome di un pittore astese, Giovanni Imperiato. Come evidenziato ne Il Palio d’Asti di Luigi Baudoin, l’artista dipinge su ciascuno dei due palii (per la corsa e per la Collegiata), tre scudi araldici raffiguranti le insegne del duca, del podestà e della città, lavoro per il quale il tesoriere ducale gli corrisponde ventiquattro soldi (cifra annotata nei rendiconti degli anni 1388-1389). In data 20 aprile 1401 un mandato di Giovanni De Fontaines, regio ciambellano governatore della città di Asti, autorizza il marchese Giovanni Roero di Revigliasco, tesoriere ducale, a pagare alcuni fornitori per le provviste relative al palio: Giovanni di Sala per due pezze di panno in broccato d'oro per i due drappi (dei quali l'uno per il Santo patrono “Ast patroni et protectoris Civitatis Ast”, e l'altro al cavallo più veloce, “datum ad currendum equo velociori”) e per tre paia di guanti dati a banditore e trombettieri, Antonio di Barge per due lance per sostenere i palii, e Mastro Roleto pittore incaricato “pro pingendo sex scuta posita ad dicta brauia depincta ad arma Domini nostri, Potestatis et Comunis Ast” (di dipingere gli scudi con l'arma del Duca d'Orléans, del Podestà e del Comune d'Asti). Infine, si menziona Giacomo Cuniberto quale fornitore del gallo destinato a figurare tra i premi della corsa e di una corda, ovvero canapo “pro ordinando equos et ponenda ante ipsos ne unus equus citius altero iter acciperet a loco ubi dicti equi ordinantur” (per tenere in linea i cavalli, da porre davanti agli stessi affinché un cavallo non prenda il via prima dell'altro dal luogo nel quale i predetti cavalli vengono allineati). Anche nel 1406, secondo quanto scrive Ferdinando Gabotto nel suo studio La vita in Asti al tempo di G.G.Alione, furono sostenute le spese per due palii, tre paia di guanti, due lance, il gallo, il canapo e per il “ magister Roleto pinctor”, autore degli stemmi dei palii. Il Rione Oro-Argento porta in corteo la ricostruzione filologica dei palii dipinti con impianto araldico simboleggiante l’unità fra il Duca e la Città, presentanti l’arma orléanese in capo, in punta lo stemma della Contea di Asti fiancheggiata da quello del governatore e del podestà, mentre Valentina con le sue dame di corte presenta gli oggetti descritti nei documenti dei suoi tesorieri.