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Viatosto |
Una serenata inquietante: la “Ciabra”
Le epidemie e le carestie che investirono l’Europa nel XIV secolo (tra cui la grande peste del 1348) danneggiarono sensibilmente l’equilibrio demografico della popolazione. Per questo motivo i “matrimoni anomali”, che vedevano risposarsi vedovi e vedove avanti negli anni con donne e uomini molto più giovani erano visti con sospetto e disapprovazione dalle comunità. Le prime testimonianze dello “Charivari”, praticato soprattutto nell’Europa centrale e in Inghilterra e conosciuto in Piemonte con il nome di “Ciabra”, si collocano proprio nei primi decenni del XIV secolo. Si trattava di una processione caratterizzata da grida, frastuono e travestimenti indirizzata ai protagonisti di tali matrimoni (colpevoli di alterare il naturale ordine delle cose) che avveniva durante la prima notte di nozze con l’intento di non far chiudere occhio agli sposi. Un gruppo itinerante, principalmente composto da giovani, percorreva il tragitto dalla casa della sposa a quella dello sposo, spargendo segatura come marchio di infamia e facendo un gran frastuono con strumenti improvvisati: raganelle, sonagliere, tamburelli, coperchi, corni. Poiché che i responsabili della ‘ciabra’ non volevano farsi riconoscere, si mascheravano o si annerivano il volto. Comprovano il permanere in Asti di questa pratica anche ben oltre la fine del medioevo le testimonianze dell’abate Incisa relative al XVIII secolo, anche se la tradizione astigiana sembra più centrata sullo sberleffo di pubblica riprovazione che non, come in altre parti del Piemonte, sull’ antico mito folklorico, diffuso nell'Europa medievale, dell'esercito selvaggio, ossia dei morti non placati perché deceduti anzitempo; forse in riferimento a questa tradizione, la Ciabra in altre zone del Piemonte era ritenuta una pratica demoniaca