Santa CaterinaL’arte della scrittura nel medoevo:
dagli scriptoria monastici alla stampa a caratteri mobili
Per tutto il Medioevo, la paziente e
laboriosa opera dei monaci amanuensi tramandò nei secoli le opere classiche
greche e latine, i testi sacri, gli scritti di poesia, di scienze
naturalistiche, di storia e tutta la cultura scritta della classicità.
I monaci lavoravano nello scriptorium, l’unica stanza riscaldata
del monastero, adiacente alla biblioteca; essi trascrivevano fedelmente i
testi in assoluto silenzio, interrompendo il loro lavoro solo per la
preghiera; il fine ultimo del loro lavoro non era ottenere un guadagno ma
“la gloria di Dio e della Chiesa”. Sicuramente anche ad Asti esistettero
scriptoria monastici, con ogni probabilità presso l’abbazia benedettina
di Azzano e poi in città, presso i conventi di Domenicani, Certosini e
Carmelitani.
Alla fine del Medioevo sia per un rinnovato interesse culturale sia per
necessità di ordine pratico legate all’attività commerciale un numero
crescente persone imparò a leggere: così il desiderio di possedere libri
cominciò a diffondersi tra nobili e ricchi borghesi.
Per ottenere copie di libri essi non si rivolsero ai monaci, ma a scrivani,
i quali spesso si univano in corporazioni. Nacquero così le botteghe di
scrittura e cominciò a svilupparsi il mercato del libro ad uso privato, per
lo studio, la lettura o la preghiera.
La diffusione dei libri crebbe rapidamente incrementando il lavoro degli
amanuensi e dei copisti fino a quando, attorno all’anno 1450, il tedesco
Johannes Gutemberg inventò la stampa a caratteri mobili. Da quel momento, la
diffusione dei libri stampati aumentò velocemente e si diffuse in tutta
l’Europa. Secondo una tradizione diffusa, ma basata soltanto su alcuni versi
del poeta Iacopo Nano, nel 1479 ad Asti sarebbe stata stampata una delle
prime bibbie italiane ad opera del tipografo francese Hardouin.
Il corteo rosso-celeste propone i tre momenti fondamentali della storia
della scrittura nel Medioevo, a partire dal lavoro dei monaci amanuensi, per
passare all’arte dei copisti, dei calligrafi e degli alluminatori laici,
giungendo infine all’invenzione della stampa a caratteri mobili.