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SAN PIETRO - In cammino verso Gerusalemme tra fede e meraviglia - La ricerca storiografica più recente ha modificato l’immagine tradizionale dell’uomo medievale chiuso entro le mura della città o del monastero, dimostrando invece come fossero frequenti, nonostante le difficoltà, i viaggi di mercanti, monaci, cavalieri e pellegrini che per motivi politici, economici, religiosi e militarisi ponevano in cammino. Posta al centro del sistema viario della pianura padana, da sempre snodo importante della via Francigena, Asti vide confermato il suo ruolo centrale rispetto agli itinerari diretti verso i luoghi sacri con la bolla del 1113, con la quale papa Pasquale II riconobbe ufficialmente l’Ordine dei Cavalieri dell’ Ospedale di Gerusalemme: in essa Asti è citata, unica città dell’entroterra, insieme a sei porti marittimi d’imbarco per l’Oriente. Fu proprio lungo l’asse dell’antica via Fulvia che ad Asti si insediarono i Gerosolimitani e sorse così San Pietro in Consavia, che anche nella forma architettonica richiama la rotonda del Santo Sepolcro con precisi riferimenti a Gerusalemme. Molti furono gli astigiani che, entrati nell’ordine Gerosolimitano, partirono desiderosi di conoscere mondi nuovi, spinti dal forte richiamo della difesa dei luoghi santi e guidati anche da uno spirito errabondo ed avventuroso. Il viaggio, quasi sempre lungo e difficile, diventò una prova di vita superabile con la fede, paradigma del passaggio dal mondo del peccato alla salvezza attraverso la penitenza e il riscatto. Meta reale e spirituale del cammino era Gerusalemme, posta in molte carte geografiche al centro dell’ Universo tra il Paradiso e l’Inferno. A testimonianza di questi viaggi, i racconti di cavalieri e pellegrini che si avventuravano verso l’ ignoto narravano spesso di forme di vita meravigliose e mostruose al confine fra l’umano e il sovraumano: l’ uomo-bestia, il serpente crestato, il basilisco, le fanciulle-fiore, le sirene, che compaiono anche nelle decorazioni di San Pietro in Consavia, a simboleggiare le paure, le illusioni e le speranze di coloro che viaggiavano. |
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