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MONTECHIARO - Gli abitanti di Montechiaro giurano fedeltà a Valentina Visconti - Nel 1387 Gian Galeazzo Visconti, dal 1379 Signore di Asti, concedeva la città ed il territorio da essa dipendente in dote alla figlia Valentina per il suo matrimonio con il Duca Ludovico di Touraine, fratello del Re di Francia Carlo VI. Il perfezionamento di un atto politico di questa portata necessitava di una complessa procedura insieme giuridica e simbolica, che prevedeva, tra l’altro, il giuramento di fedeltà dei cittadini a Valentina. Anche gli abitanti di Montechiaro, paese sul quale il Comune di Asti esercitava da secoli il proprio controllo e destinato a passare sotto la nuova dominante, dovettero dichiarare esplicitamente la loro fedeltà ai nuovi signori: il 26 maggio 1387 a Montechiaro nella chiesa di Santa Maria Maddalena i cives si presentarono davanti ai delegati ducali, Bertramo Guasco per Valentina e Catelano de Christianis per Ludovico, e giurarono fedeltà e omaggio a Valentina e al suo sposo Ludovico nelle mani del notaio Jean Sicard, toccando con la mano il Santo Vangelo. Il documento che attesta questo episodio riporta tutti i nomi degli abitanti coinvolti nella cerimonia solenne: giurarono soltanto i cives a pieno titolo, ovvero i maschi di età superiore ai quattordici anni, mentre furono esclusi i religiosi e i nullatenenti. Furono parimenti escluse le donne, nobili, borghesi o popolane, Nella ricostruzione dell’episodio il corteo biancoceleste vuole rappresentare il momento del giuramento facendo sfilare i protagonisti, ovvero il Notaro, i delegati Ducali e i cives, ma anche gli esclusi: i religiosi che recano i Sacri Testi, i nullatenenti che seguono il corteo rumoreggiando e chiedendo la carità, dame, damigelle, borghesi e popolane che accompagnano i propri congiunti ed infine i portacolori.

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SfilataPalio_116.JPG - MONTECHIARO - Gli abitanti di Montechiaro giurano fedeltà a Valentina Visconti - Nel 1387 Gian Galeazzo Visconti, dal 1379 Signore di Asti, concedeva la città ed il territorio da essa dipendente in dote alla figlia Valentina per il suo matrimonio con il Duca Ludovico di Touraine, fratello del Re di Francia Carlo VI.Il perfezionamento di un atto politico di questa portata necessitava di una complessa procedura insieme giuridica e simbolica, che prevedeva, tra l’altro, il giuramento di fedeltà dei cittadini a Valentina.Anche gli abitanti di Montechiaro, paese sul quale il Comune di Asti esercitava da secoli il proprio controllo e destinato a passare sotto la nuova dominante, dovettero dichiarare esplicitamente la loro fedeltà ai nuovi signori: il 26 maggio 1387 a Montechiaro nella chiesa di Santa Maria Maddalena i cives si presentarono davanti ai delegati ducali, Bertramo Guasco per Valentina e Catelano de Christianis per Ludovico, e giurarono fedeltà e omaggio a Valentina e al suo sposo Ludovico nelle mani del notaio Jean Sicard, toccando con la mano il Santo Vangelo.Il documento che attesta questo episodio riporta tutti i nomi degli abitanti coinvolti nella cerimonia solenne: giurarono soltanto i cives a pieno titolo, ovvero i maschi di età superiore ai quattordici anni, mentre furono esclusi i religiosi e i nullatenenti. Furono parimenti escluse le donne, nobili, borghesi o popolane,Nella ricostruzione dell’episodio  il corteo biancoceleste vuole rappresentare il momento del giuramento facendo sfilare i protagonisti, ovvero il Notaro, i delegati Ducali e i cives, ma anche gli esclusi: i religiosi che recano i Sacri Testi, i nullatenenti  che seguono il corteo rumoreggiando e chiedendo la carità, dame, damigelle, borghesi e popolane che accompagnano i propri congiunti ed infine i portacolori.

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