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CATTEDRALE: L'eterna lotta tra il bene e il male nei gruppi scultorei della Cattedrale di Asti - L’eterna lotta tra il bene e il male nei gruppi scultorei della Cattedrale di Asti I Curiosa, i mirabilia e gli obscura medievali, che spesso si trovano in molti edifici religiosi, costituiscono una sorta di “topografia leggendaria” che si sviluppa in quello spazio immaginario dello strano, dell’altro, del rimosso, di tutto ciò che risulta difficile da classificare. È il caso, ad esempio, di due diversi gruppi scultorei presenti all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Asti: nella navata centrale si trova una vasca lustrale, probabilmente del secolo XI, che poggia su un capitello corinzio capovolto. È decorata sui quattro spigoli da figure fantastiche e orrifiche, di cui due teste zoomorfe e due volti grotteschi, intervallate da rose a sei petali. A proposito di tali raffigurazioni va rilevato che l’idea di diversità, di rovesciamento, sta alla base della rappresentazione iconografica del Maligno: la sua corporeità presenta elementi esagerati e mostruosi in contrapposizione a simboli della purezza divina, come la rosa, riferimento alla Madonna. Presso il pilastro opposto della navata centrale si trova una seconda vasca, datata 1229, posta anch’essa su un capitello corinzio capovolto: sulle pareti esterne della vasca si alternano chimere, simbolo dell’illusione, dell’impossibile, volti ambigui, espressione dell’alterità, rose a cinque petali e grifoni, creature leggendarie con il corpo di leone e la testa d'aquila. Questi ultimi, nel corso del Medio Evo, a seconda delle fonti di riferimento, furono interpretati in modo contraddittorio: secondo alcuni bestiari rappresentavano il demonio, secondo altri invece erano l’emblema di Cristo, come spiega Isidoro da Siviglia: «Cristo è leone perchè regna e ha la forza; aquila perchè dopo la resurrezione ascende al cielo». Anche in questo caso è possibile interpretare le raffigurazioni come un emblema dell’allegoria che soggiace al binomio perdizione/redenzione, allegoria nella quale la presenza animale, non sempre decifrabile, ha le sue fonti sia in testi sacri come la Bibbia, sia in opere latine come Le Metamorfosi di Ovidio, che hanno dato origine al gusto dei mirabilia. Il Rione Cattedrale intende rievocare l’eterna lotta tra il bene e il male prendendo spunto dai gruppi scultorei sopraccitati.

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SfilataPalio_028.JPG - CATTEDRALE: L'eterna lotta tra il bene e il male nei gruppi scultorei della Cattedrale di Asti - L’eterna lotta tra il bene e il male nei gruppi scultorei della Cattedrale di AstiI Curiosa, i mirabilia e gli obscura medievali, che spesso si trovano in molti edifici religiosi, costituiscono una sorta di “topografia leggendaria” che si sviluppa in quello spazio immaginario dello strano, dell’altro, del rimosso, di tutto ciò che risulta difficile da classificare. È il caso, ad esempio, di due diversi gruppi scultorei presenti all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Asti: nella navata centrale si trova una vasca lustrale, probabilmente del secolo XI, che poggia su un capitello corinzio capovolto. È decorata sui quattro spigoli da figure fantastiche e orrifiche, di cui due teste zoomorfe e due volti grotteschi, intervallate da rose a sei petali. A proposito di tali raffigurazioni va rilevato che l’idea di diversità, di rovesciamento, sta alla base della rappresentazione iconografica del Maligno: la sua corporeità presenta elementi esagerati e mostruosi in contrapposizione a simboli della purezza divina, come la rosa, riferimento alla Madonna.Presso il pilastro opposto della navata centrale si trova una seconda vasca, datata 1229, posta anch’essa su un capitello corinzio capovolto: sulle pareti esterne della vasca si alternano chimere, simbolo dell’illusione, dell’impossibile, volti ambigui, espressione dell’alterità, rose a cinque petali e grifoni, creature leggendarie con il corpo di leone e la testa d'aquila. Questi ultimi, nel corso del Medio Evo, a seconda delle fonti di riferimento, furono interpretati in modo contraddittorio: secondo alcuni bestiari rappresentavano il demonio, secondo altri invece erano l’emblema di Cristo, come spiega Isidoro da Siviglia: «Cristo è leone perchè regna e ha la forza; aquila perchè dopo la resurrezione ascende al cielo».Anche in questo caso è possibile interpretare le raffigurazioni come un emblema dell’allegoria che soggiace al binomio perdizione/redenzione, allegoria nella quale la presenza animale, non sempre decifrabile, ha le sue fonti sia in testi sacri come la Bibbia, sia in opere latine come Le Metamorfosi di Ovidio, che hanno dato origine al gusto dei mirabilia. Il Rione Cattedrale intende rievocare l’eterna lotta tra il bene e il male prendendo spunto dai gruppi scultorei sopraccitati.

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