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TORRETTA: Il carroccio delle dame di Rambaldo di Vaqueiras - Nel 1201 il trovatore provenzale Rambaldo di Vaqueiras, ospite e amico del marchese Bonifacio di Monferrato e protagonista della vita brillante e fastosa della sua splendida corte, componeva la sua opera più originale e celebrata: il Carròs. È un poema epico-lirico, nel quale l’autore immagina che le più nobili dame di Piemonte, Lombardia e Toscana, gelose delle ineguagliabili doti di Beatrice figlia del marchese Bonifacio, unite in una lega le muovano guerra per costringerla a render loro “bellezza e cortesia, pregio e gioventù”. Fondano una nuova città turrita e fortificata, eleggono una di loro podestà, armano un forte esercito e affrontano infine la battaglia salendo su un potente carroccio, armate e protette da corazze. La bellissima Beatrice, amata da Rambaldo, non teme l’assalto: anzi, “senza usbergo, né cotta di maglia” affronta le nemiche e le sbaraglia, costringendole a rifugiarsi precipitosamente nella città da loro fondata, alla quale hanno imposto il nome ben poco augurante di Troia. Nella composizione piena di brio e di fantasia oltre alla finzione letteraria vivono anche, ben riconoscibili, le tensioni e le problematiche della società subalpina del tempo: in particolare le lotte senza quartiere che il marchese di Monferrato andava conducendo contro i liberi comuni piemontesi, primo fra tutti quello di Asti, il più potente tra i suoi nemici. Ed è proprio il mondo dei comuni e il loro modo - poco rispondente ai dettami cavallereschi ma efficace - di far guerra con le fanterie strette attorno al Carroccio, che Rambaldo ritrae da vero esperto e da profondo conoscitore. Rambaldo pone in ridicolo un mondo, che però pochi anni dopo, nel 1206, avrebbe trionfato proprio ad opera di Asti, che inflisse al marchese di Monferrato una definitiva e umiliante sconfitta. Il corteo della Torretta, per celebrare la vittoria del Palio conseguita lo scorso anno, rievoca la guerra fantastica tra la splendida Beatrice e “lo vielh comun” delle dame piemontesi con il loro “amoroso carroccio”: sconfitte queste nella finzione poetica, non sconfitto il Comune nella realtà e anzi destinato a nuovi futuri trionfi.

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SfilataPalio_009.JPG - TORRETTA: Il carroccio delle dame di Rambaldo di Vaqueiras - Nel 1201 il trovatore provenzale Rambaldo di Vaqueiras, ospite e amico del marchese Bonifacio di Monferrato e protagonista della vita brillante e fastosa della sua splendida corte, componeva la sua opera più originale e celebrata: il Carròs. È un poema epico-lirico, nel quale l’autore immagina che le più nobili dame di Piemonte, Lombardia e Toscana, gelose delle ineguagliabili doti di Beatrice figlia del marchese Bonifacio, unite in una lega le muovano guerra per costringerla a render loro “bellezza e cortesia, pregio e gioventù”. Fondano una nuova città turrita e fortificata, eleggono una di loro podestà, armano un forte esercito e affrontano  infine la battaglia salendo su un potente carroccio, armate e protette da corazze. La bellissima Beatrice, amata da Rambaldo, non teme l’assalto: anzi, “senza usbergo, né cotta di maglia” affronta le nemiche e le sbaraglia, costringendole a rifugiarsi precipitosamente nella città da loro fondata, alla quale hanno imposto il nome ben poco augurante di Troia. Nella composizione piena di brio e di fantasia oltre alla finzione letteraria vivono anche, ben riconoscibili, le tensioni e le problematiche della società subalpina del tempo: in particolare le lotte senza quartiere che il marchese di Monferrato andava conducendo contro i liberi comuni piemontesi, primo fra tutti quello di Asti, il più potente tra i suoi nemici. Ed è proprio il mondo dei comuni   e il loro modo - poco rispondente ai dettami cavallereschi ma efficace - di far guerra con le fanterie strette attorno al Carroccio, che Rambaldo ritrae da vero esperto e da profondo conoscitore. Rambaldo pone in ridicolo un mondo, che però pochi anni dopo, nel 1206, avrebbe trionfato proprio ad opera di Asti, che inflisse al marchese di Monferrato una definitiva e umiliante sconfitta. Il corteo della Torretta, per celebrare la vittoria del Palio conseguita lo scorso anno, rievoca la guerra fantastica tra la splendida Beatrice e “lo vielh comun” delle dame piemontesi con il loro “amoroso carroccio”: sconfitte queste nella finzione poetica, non sconfitto il Comune nella realtà e anzi destinato a nuovi futuri trionfi.

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