Il Museo Regionale di Scienze
Naturali
si trova nell'antico edificio dell'Ospedale di San Giovanni
Battista, costruzione barocca progettata da Amedeo di Castellamonte
(1618-1683). Il progetto dell'architetto viene approvato nel 1680 e il 5
agosto dello stesso anno la Reggente Giovanna Battista pone nelle fondazioni
dell'edificio la "prima pietra": due lastre, una in marmo bianco di San
Martino e l'altra in pietra di Serizzo.
Storico Museo di Zoologia
Ha avuto origine, a cura dell'Università, nel
1739, e nei primi anni dell'Ottocento divenne una vera istituzione
scientifica ed un importante centro per la ricerca, la didattica
universitaria e l'esposizione al pubblico.
Tra i vari personaggi che hanno contribuito
al suo sviluppo ricordiamo Franco Andrea Bonelli (1784-1830), insigne
ornitologo, Giuseppe Genè (1800-1847) che fece importanti studi sulla fauna
della Sardegna, Filippo De Filippi (1814-1867), fondatore della Sezione di
Anatomia comparata e Michele Lessona (1823-1894) che proseguì l'opera di
diffusione in Italia della teoria di Darwin già iniziata dal De Filippi.
Grazie a loro il Museo rappresentò una tappa
consueta per i piemontesi che vi affluirono numerosi.
Tra i visitatori più assidui c'era Emilio
Salgari che osservando i numerosi animali esotici trasse spunto per i suoi
celebri romanzi.
Nel 1878 il Museo fu trasferito a Palazzo
Carignano prima, e poi dal 1936 nell'attuale sede in Via Giolitti 34,
all'interno del prestigioso complesso architettonico del Castellamonte.
I locali sono stati negli ultimi anni oggetto
di importanti lavori di riallestimento museografico da parte della Regione
Piemonte - Museo Regionale di Scienze Naturali - cui sono state affidate in
gestione alcune collezioni universitarie con un'apposita convenzione, allo
scopo di consentirne una nuova fruizione pubblica.
Gli animali esposti, frutto di scambi,
acquisti, viaggi, nonché provenienti dai giardini zoologici reali, hanno
un'importanza storica eccezionale, in quanto sono collegati alle vicende
dinastiche e politiche piemontesi.
Nell'area del Museo, allestita dall'Arch.
Andrea Bruno come la stiva di una nave da carico dell'Ottocento che richiama
l'Arca in cui si incontrano tutti gli animali, si possono ammirare,
recuperati al primitivo splendore, i reperti delle preziose Collezioni
Scientifiche iniziate dal 1700 e affidate, con una convenzione, alla Regione
Piemonte negli anni Ottanta.
Fra i pezzi di pregio presentati si possono
osservare molti esemplari appartenenti a specie estinte quali l'alca
impenne, il tilacino, l'huia, l'emu nero, il parrocchetto della Carolina, la
colomba migratrice americana, il leone di Barberia e il quagga.
Nobilitano ancora questa straordinaria esposizione: un bisonte americano,
l'elefante indiano Fritz, dono del viceré d'Egitto Mohamed Aly al Regno
Sardo, l'imponente scheletro di balenottera spiaggiata a metà Ottocento a
Bordighera.