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VESPITALIA 150
In occasione delle feste organizzate per il 150esimo anno d’unità d’Italia, anche Vespa ha deciso di unirsi ai festeggiamento con Vespitalia 150.
Vespa ha deciso di organizzare di nuovo lo storico raduno che nel 1961 ha colorato Piazza Vittorio Veneto a Torino con centinaia di Vespa.
Un appuntamento che richiamerà a Torino i vespisti di tutta Italia e gli amanti della Vespa, simbolo mondiale dell’Italia industriale.
Un grande raduno per gli amanti della Vespa e non solo.
Il Logo Vespa
La Vespa è uno storico modello
di scooter della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto
dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome, divenuto in seguito
famoso in tutto il mondo, sembra sia nato da un'esclamazione di Enrico Piaggio
che alla vista del prototipo esclamò: "Sembra una vespa!", per via del suono del
motore e delle forme della carrozzeria.
Il suo prototipo - l'MP5 Paperino - fu concepito nel biellese quando - durante
la seconda guerra mondiale - gli stabilimenti di Pontedera vennero trasferiti in
Piemonte, luogo ritenuto più sicuro in funzione dei bombardamenti alleati. Il
progetto fu però poi accantonato e il modello non venne più prodotto e
commercializzato.
LA STORIA
Forse la più grande innovazione di questo modello, che contribuì al suo successo
planetario, fu la presenza di una carrozzeria portante, che sostituiva il telaio
e che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, con i
risultati di una protezione efficace dalle intemperie e del poter utilizzare
finalmente la motocicletta con l'abbigliamento di tutti i giorni, sfatando la
nomea della motocicletta che imbrattava il guidatore.
La posizione del motore consentiva la trasmissione diretta dal cambio alla ruota
posteriore senza catena, che faceva parte della semplicità progettuale che ha
favorito il successo planetario della Vespa.
La prima Vespa aveva una cilindrata di 98 cm3, motore a due tempi, tre marce,
accensione a volano magnete, potenza massima di 3,2 cavalli a 4500 giri al
minuto, che consentivano una velocità massima di 60 km/h e il superamento di
pendenze del 20%.
Per il lancio dello nuovo scooter, Enrico Piaggio ottenne di essere ospitato
nelle concessionarie della Lancia, anche per sottolineare il telaio-carrozzeria
a scocca portante, sperimentato da Vincenzo Lancia, nel 1923, sul modello
Lambda[1]. I 100 esemplari pre-serie esposti andarono a ruba e si diede avvio
alla produzione in serie di un primo lotto di 2.500 esemplari, 2.181 dei quali
furono venduti nel 1946; un risultato destinato a quintuplicare nell'anno
successivo, con 10.535 Vespa vendute[2].
Il prezzo di 68.000 lire equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato,
tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le
vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia,
prima ancora dell'avvento dell'altra grande protagonista, la Fiat 500.
Anche i modelli successivi avevano rigorosamente motori a due tempi, funzionanti
con miscela di benzina e olio (in una prima fase al 6% e al 5%, successivamente
al 2%). Il motore era sostenuto posteriormente dalla carrozzeria portante nelle
vicinanze della ruota, il serbatoio situato anch'esso posteriormente dal lato
opposto del motore e, perlomeno in alcuni modelli, con la presenza anche della
ruota di scorta. Il cambio a tre o quattro marce era comandato dal manubrio
tramite la rotazione della manopola in blocco unico con la leva di comando della
frizione.
Con questo modello si inaugurò la caratteristica della posizione di guida con le
gambe non più separate dal serbatoio e appoggiate su una larga pedana
posizionata dietro lo scudo di protezione, caratteristica precipua che si
ritrova anche negli scooter odierni.
La Vespa è stata prodotta con varie motorizzazioni. Dai modelli 50 cm3 (1963)
per uso dai 14 anni senza patente e rigorosamente senza passeggero, alle 125 cm3
che potevano ospitare anche un passeggero (in particolare il modello Primavera)
guidabili in Italia a partire dai 16 anni, fino alle versioni da 150 e 200 cm3
autorizzate anche al transito autostradale.
Nonostante lo scorrere degli anni, la Vespa rimane uno degli esempi di design
industriale più riuscito al mondo. La sua linea, pur variando nel particolare,
rimane inconfondibile nell'insieme: qualsiasi sia il modello, qualsiasi sia
l'anno di produzione, le sue caratteristiche fondamentali rimangono impresse a
tal punto che l'oggetto Vespa è identificabile in modo univoco.
L'unico scooter "rivale" dell'epoca degno di nota è stato la Lambretta della
Innocenti, nata un anno dopo e che ha cessato di essere prodotta in Italia nel
1971.
Oggi assistiamo ad un' altra forma di "divisione interna", tra i sostenitori
della Vespa Classica con cambio manuale e motore a due tempi e chi preferisce la
nuova Vespa senza cambio, e meno inquinante rispetto ai modelli precedenti. La
Vespa PX, ultimo modello a mantenere le impostazioni classiche con motore a 2
tempi, è uscita dai listini ufficiali Piaggio a gennaio 2008,ed è rientrata in
produzione nel 2011 nelle cilindrate 125 e 150 con motore rigorosamente 2 tempi,
cambio a 4 marce comandato dal manubrio e alcune migliorie tra cui la marmitta
catalitica.
Nel 2007 è nata la Vespa S, erede della Vespa 50 Special: i motori sono 4 tempi
monoalbero raffreddato ad aria, eroga 10 cv a 8.000 giri/min.
Dopo una fase di mancato rinnovamento dei modelli che causò anche l'interruzione
della presenza della marca nel mercato degli USA, all'inizio del XXI secolo, la
Piaggio ha presentato una nuova serie di Vespa, con nuove motorizzazioni a 4
tempi e cambio automatico, oltre che con un ammodernamento della linea pur
cercando di mantenere dei punti di contatto con la progenitrice.
Nel 2010 e stata presentata all'EICMA di Milano la nuova Vespa PX 150 identica a
quella degli anni ottanta e questo ha marcato un ritorno della classica Vespa
due tempi a quattro marce.
È anche uno dei mezzi a due ruote che per primi hanno consentito elaborazioni
personali; famose le verniciature particolari, le selle personalizzate,
l'aggiunta di cromature e tutto ciò che consentiva di poter avere un modello
unico di cui dar sfoggio nei numerosissimi raduni dedicati in tutto il mondo a
questa motocicletta. Tuttora esistono moltissimi fan club della Vespa anche al
di fuori dei confini nazionali Italiani, così come è facile trovare moltissimi
siti internet ad essa dedicati. Inoltre, come si può vedere dalle foto, vi sono
state delle utilizzazioni poco ortodosse, per esempio l'aggiunta di sidecar o
l'adattamento a un uso prettamente militare.
(da Wikipedia)
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