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Il Corpo dei Bersaglieri fu istituito in
Piemonte, allora Regno di Sardegna, sulla base di una proposta del generale
Alessandro La Marmora, il 18 giugno 1836. Il compito di questo Corpo era
quello di svolgere funzione di esploratori ed assaltatori.
La specialità proposta doveva essere in grado di operare con spiccata
autonomia e, quindi, doveva comprendere uomini particolarmente addestrati al
tiro e pronti ad agire, pressoché isolati, per aprire il fuoco ad adeguata
portata e concentrarlo su un punto dello schieramento nemico col preciso
intento di "sorprendere, disturbare e sconvolgere i piani nemici".
Un corpo analogo sorse nel 1847 nello Stato Pontificio, i "Bersaglieri del
Po", che combatterono attivamente durante la Prima Guerra d'Indipendenza
prima d'esser sciolti nel 1849 con la caduta della Repubblica romana.
Le prime quattro compagnie che confluiscono nel I battaglione sono formate,
rispettivamente, nel luglio 1836 (1a), nel gennaio 1837 (la 2a), nel gennaio
1840 (la 3a) e nel febbraio 1843 (la 4a). Un secondo battaglione si forma 23
aprile 1848 ed a cinque il 30 dicembre 1848, il 10 marzo 1849 gli furono
aggiunti due battaglioni bersaglieri della divisione lombarda.
Lapide a Goito per la battaglia 8 aprile 1848
Il Corpo ebbe il suo battesimo del fuoco l'8 aprile 1848, alla battaglia del
ponte di Goito, all'inizio della Prima Guerra d'Indipendenza, ove restò
gravemente ferito lo stesso La Marmora.
Nell'aprile 1849 le truppe comandate dal La Marmora intervennero per sedare
i moti nella città di Genova (vedi sacco di Genova).
Con il trascorrere degli anni aumentò il numero dei battaglioni: 10 nel
1852, 16 nel 1859, 27 nel 1867 e nel 1861, divenuti 36, riuniti in sei
comandi di reggimento con compiti amministrativi e disciplinari.
Nel 1856 fu creata la carica di ispettore del corpo dei bersaglieri, con le
attribuzioni dei comandanti di brigata. I Bersaglieri vennero impiegati,
dopo l'unificazione italiana, anche per contrastare il brigantaggio a sud.
In questa occasione si dimostrarono un corpo particolarmente adatto specie
per le impervietà del territorio dove vennero impiegati. Non mancarono
episodi di violenze gratuite non dissimili da tutte le operazioni di
pacificazione del regno messe in atto dal governo piemontese. Episodi di
questo genere furono particolarmente cruenti in Basilicata dove imperversava
il famoso brigante Carmine Donatelli Crocco.
Protagonisti della presa di Roma del 20 settembre 1870, i battaglioni
perdono l'autonomia operativa dal 1º gennaio 1871 e passano alle dipendenze
dei reggimenti, portati a 10. Dal 1882 passano su quattro battaglioni
ciascuno. Con l'ordinamento del 1910 presso ogni reggimento si forma un
battaglione ciclisti, soppresso poi nel marzo 1919. Durante la prima guerra
mondiale (1915-18) il corpo è ordinato in due divisioni speciali, 7 brigate,
21 reggimenti e 5 battaglioni autonomi.
Nel 1924 i 12 reggimenti rimasti sono trasformati in ciclisti, organico che
poi cambiò nel 1936.
Durante la seconda guerra mondiale i reggimenti bersaglieri sono inquadrati
nelle divisioni corazzate, motorizzate e celeri, e combattono su tutti i
fronti.
Sono presenti anche nella guerra di liberazione con il 4º Reggimento ed il
battaglione "Goito", e nella Repubblica Sociale Italiana con il Battaglione
Mussolini e il Reggimento Volontari Luciano Manara, in seguito anche
inquadrati nella Divisione "Italia". Già nel 1946 avviene la ricostruzione
del 3º Reggimento cui fa seguito nel 1949 quella dell'8º che nel 1975 darà
vita alla Brigata bersaglieri "Garibaldi".
L'Associazione d'Arma di riferimento è l'Associazione Nazionale Bersaglieri.
Il cappello dalla nota forma veniva portato (e deve esserlo tuttora)
inclinato sul lato destro del capo modo da tagliare a metà il sopracciglio e
da passare sul lobo dell'orecchio. Il “Cappello piumato” è l'emblema per
eccellenza del Corpo, un simbolo secondo solamente al Tricolore, espressione
di una tradizione senza macchia. Il valore di tale affermazione fu
dimostrato dal Ten. Col. Negrotti, Comandante del 23º Battaglione
Bersaglieri, caduto sul Mrzli (campo trincerato di Gorizia) nel 1915, prima
Guerra Mondiale. Colpito a morte pose il suo cappello sulla punta della
sciabola, lo alzò ben in alto e lo lanciò al di là del reticolato nemico
gridando: «Bersaglieri, quella è la vostra Bandiera! Andate a prenderla!».
Il pennacchio è formato da penne di gallo cedrone (o urogallo) per la truppa
e piume di struzzo color verde per gli Ufficiali. Qualche tempo dopo la
fondazione, anche questi ultimi adottarono quello della truppa. Questo
all'inizio veniva usato come protezione dal sole per l'occhio destro, quello
che aveva il compito di mirare, e anche per la mimetizzazione, infatti quasi
tutti i cacciatori dei vari eserciti, all'epoca della formazione del corpo,
ricoprivano il berretto di penne e pennacchi per mimetizzarsi meglio. Il
piumaggio è spostato sulla destra per confondere l'avversario.
Le foto di Torino sono pubblicate sul sito ufficiale del Raduno Nazionale Bersaglieri:
http://www.bersaglieritorino150.it alla pagina "LE FOTO DEL RADUNO"
Un grazie particolare al Sig. Domenico Tarricone.
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