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Fa parte di una coppia di monumentali torciere (anche la seconda all'Ermitage) provenienti probabilmente dal Palazzo Ducale di Urbino e prodotte per il duca Guidobaldo II, come si deduce dalla presenza dell'impresa del duca (le mete del Circo Massimo) raffigurata nei riquadri tra i grifoni. Nei medaglioni alla base sono dipinte tre figure allegoriche: la Discordia, una donna con un soffietto in una mano e un vaso con il fuoco nell'altra; il Matrimonio, un uomo ritto, legato mani e piedi; la Virtù, una donna seduta con un ramo di olivo in mano. Sul globo in alto: il Dolore, un uomo seduto con la testa fra le mani; la Fama, una figura femminile che suona la tromba; la Paura, un uomo che fugge davanti a una lepre. Questi candelieri furono comprati da Basilewsky nel 1868 alla vendita della collezione di maioliche del marchese Emanuele d'Azeglìo (diplomatico, collezionista, direttore del Museo Civico di Torino dal 1879). D'Azeglio li aveva acquistati a Londra e li aveva prestati con grande successo all'esposizione di Kensington del 1862.

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IlCollezionistaDiMeraviglie_085.JPG - Fa parte di una coppia di monumentali torciere (anche la seconda all'Ermitage) provenienti probabilmente dal Palazzo Ducale di Urbino e prodotte per il duca Guidobaldo II, come si deduce dalla presenza dell'impresa del duca (le mete del Circo Massimo) raffigurata nei riquadri tra i grifoni. Nei medaglioni alla base sono dipinte tre figure allegoriche: la Discordia, una donna con un soffietto in una mano e un vaso con il fuoco nell'altra; il Matrimonio, un uomo ritto, legato mani e piedi; la Virtù, una donna seduta con un ramo di olivo in mano. Sul globo in alto: il Dolore, un uomo seduto con la testa fra le mani; la Fama, una figura femminile che suona la tromba; la Paura, un uomo che fugge davanti a una lepre. Questi candelieri furono comprati da Basilewsky nel 1868 alla vendita della collezione di maioliche del marchese Emanuele d'Azeglìo (diplomatico, collezionista, direttore del Museo Civico di Torino dal 1879). D'Azeglio li aveva acquistati a Londra e li aveva prestati con grande successo all'esposizione di Kensington del 1862.


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