Il mulino “della Paglia”
Correva l’anno 1455 quando Gabriele Amico e
Stefano Turno ottennero, su licenza del duca Carlo d’Orléans e con
l’intercessione della Società del Moleggio di Asti, il permesso di costruire
un mulino sul torrente Versa, sulla sponda opposta del sito ove ancora sorge
la chiesa della Madonna della Neve.
In tempi successivi il possesso del mulino (in seguito denominato “della
Paglia”) si rivelò importante per le ulteriori acquisizioni territoriali e
per l’ascesa sociale della famiglia Amico che, protagonista di una brillante
ascesa tra le élites dello Stato sabaudo, legherà il proprio nome a quello
del paese.
Ne fornisce conferma una transazione avvenuta due anni più tardi: al 1457
risale, infatti, la suddivisione del mulino e dei beni ad esso afferenti tra
Gabriele Amico e il monastero della Certosa di Asti, accordo che permise di
riaffermare i titoli di possesso del casato.
Nel documento, tuttavia, non è citato Stefano Turno, nonostante il suo
intervento nella costruzione del mulino nel 1455 e la sua indubbia
cittadinanza alferese, comprovata dalla partecipazione di ben cinque membri
della famiglia de Turno alla stesura degli statuti comunali.
Ad oggi del mulino “della Paglia” rimane, parzialmente interrata, la sola
pietra molare
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