|
è un'oasi
del deserto libico, che appartiene all'Egitto e si trova a circa 300
chilometri dalla costa del Mar Mediterraneo, nel territorio del
Governatorato di Matruh, quasi al confine con la Libia. Una strada la
collega al capoluogo Marsa Matruh a nord, nonché all'oasi di Bahariya a est.
Situata in una profonda depressione (18 m sotto il livello del mare), Siwa è
molto ricca di acque e produce grandi quantità di datteri di ottima qualità.
L'acqua di Siwa viene anche sfruttata da una impresa italo-egiziana che la
imbottiglia e la commercializza in gran parte dell'Egitto.
La grande ricchezza di acque dell'oasi presenta però il rischio di allagare
i terreni coltivati e raggiungere le ampie distese di sale che si trovano ai
suoi margini, rendendo sterili i campi. Per questo è necessaria una costante
opera di drenaggio delle acque e un assiduo controllo.
L'oasi di Siwa presenta la caratteristica di essere il più estremo punto
orientale dove venga ancora parlata la lingua berbera (un tempo essa era
diffusa in tutte le oasi del deserto orientale e giungeva fino al delta del
Nilo). I suoi abitanti (circa 15.000) sono tutti berberofoni, e persino
alcune tribù arabe nomadi che la frequentano (gli Awlad Ali) fanno uso del
dialetto berbero locale (siwi) per dialogare con gli oasiti.
Nell'antichità Siwa era nota per il tempio dedicato al dio Sole (per gli
Egizi Amon), che ospitava un celebre oracolo. Secondo Erodoto, la tribù
libica che abitava l'oasi era quella degli Ammonii. Nel VI secolo a.C.
l'imperatore persiano Cambise II, dopo avere sottomesso l'Egitto, cercò di
conquistare l'oasi con un esercito che si perse nel deserto senza più fare
ritorno. All'oracolo del dio Ammone (assimilato dai Greci a Zeus) si
rivolse, tra gli altri, Alessandro Magno, ricevendone vaticini
particolarmente favorevoli e la consacrazione a figlio della divinità. Per i
grandi vincoli che univano il conquistatore Macedone all'oracolo, molti
sostengono che egli abbia scelto di farsi seppellire proprio nell'oasi, e
non ad Alessandria, come comunemente si ritiene.
Oggi l'abitato di Siwa si stende ai piedi dell'antica cittadella (Shali),
dall'architettura molto suggestiva, che però è costruita quasi tutta con
materiali salini presi sul luogo, che con l'umidità tendono a sciogliersi,
per cui ogni pioggia richiedeva lunghi restauri.
Una caratteristica della società tradizionale di Siwa era il divieto di
sposarsi prima di una certa età imposto alla casta dei nullatenenti (zaggala),
impiegati come braccianti nei lavori dei campi. Essi erano costtretti a
vivere segregati all'esterno dell'abitato, dove conducevano una vita
promiscua, istituzionalizzando veri e propri "matrimoni omosessuali". Oggi
queste pratiche sono quasi del tutto scomparse, e gli zaggala sono noti
soprattutto per le loro canzoni, che allietano ogni festa e vengono anche
registrate su cassetta e diffuse nell'oasi e altrove.
Dopo essere stata per tanti anni una località poco raggiungibile, anche per
la vicinanza con la Libia, oggi Siwa si sta aprendo al turismo, con ottime
prospettive, potendo offrire, oltre ai resti del tempio dell'oracolo e ad
altri monumenti di epoca egizia, la sua vegetazione rigogliosa, numerose
vasche di acqua dolce sorgiva a diverse temperature per i bagni, e anche
sabbie particolarmente indicate per sabbiature curative.
VBS50 © 1998: AMICI - FOTO - FOTO CITTA' - FOTO EVENTI - VIDEO - BARZELLETTE - TEST - SATELLITE - METEO
MAPPE SATELLITARI - SALUTE - VBSTV - DYLANIA - ARTMONICA
Generato da JAlbum & Chameleon - Beppe2010 |