WORLD PRESS PHOTO EXHIBITION 2022
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
29 aprile – 18 settembre 2022
Torino, 29 Aprile 2022
Com’è nata la mostra: quest’anno un nuovo criterio di selezione
Il lavoro di valutazione degli scatti ha preso avvio il 17 gennaio e si è concluso il 2 marzo 2022.
Per offrire un equilibrio geografico e aumentare il livello di rappresentanza internazionale, quest'anno per la prima volta la World Press Photo Foundation ha lanciato una nuova strategia di valutazione, modificando l'impostazione del concorso e lavorando con un sistema che permette di offrire un ampio sguardo su tutte le regioni del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania. Il processo di selezione ha coinvolto per prime le giurie “regionali” composte da professionisti di quella zona e infine una giuria “globale”, tra convocazioni online e offline. Questo ha permesso di dare spazio e voce ai fotografi di tutte le aree del mondo, e raccontare storie nuove, forse non così note al grande pubblico ma ugualmente importanti.
Una volta che le giurie regionali hanno effettuato la loro selezione, la giuria globale – composta quest’anno da Ernesto Benavides, Simona Ghizzoni, Tanzim Wahab, N'Goné Fall, Rena Effendi, Clare Vander Meersch e Jessica Lim - ha proclamato i 24 vincitori regionali, che provengono così da ben 23 paesi: Argentina, Australia, Bangladesh, Brasile, Canada, Colombia, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Grecia, India, Indonesia, Giappone, Madagascar, Messico, Nigeria, il Paesi Bassi, Norvegia, Palestina, Russia, Sudan e Thailandia. Un’apertura, insomma, a voci diverse del panorama giornalistico: «Certe prospettive hanno dominato il panorama dei media per molto tempo. Quest'anno World Press Photo si muove spinta da un nuovo format regionale, che consente e garantisce la rappresentazione di diversi narratori di tutto il mondo» spiega la Presidente della giuria globale Rena Effendi.
Infine, tra i 24 vincitori regionali sono stati scelti i quattro vincitori mondiali: ovvero World Press Foto dell'anno, World Press Photo Story dell’Anno, il premio per il progetto a lungo termine World Press Photo e il World Press Photo Open Format Award.
I vincitori
World Press Photo of the year lo scatto realizzato nella Scuola Residenziale di Kamloops dalla fotografa canadese Amber Bracken per il New York Times. Abiti rossi appesi a delle croci lungo una strada: commemorano i bambini morti alla Kamloops Indian Residential School, un'istituzione creata per i piccoli indigeni. In quel luogo, sono state scoperte circa 215 tombe. La Presidente della giuria globale Rena Effendi: «È un tipo di immagine che si insinua nella memoria, ispira una sorta di reazione sensoriale. Potevo quasi sentire la quiete in questa fotografia, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo».
Il premio World Press Photo Story of the Year è andato a "Salvare le foreste con il fuoco" di Matthew Abbott, Australia, un lavoro realizzato per National Geographic/Panos Pictures. Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come «combustione a freddo»: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l'accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi. Il popolo Nawarddeken di West Arnhem Land, in Australia, attua questa pratica da decine di migliaia di anni e vede il fuoco come uno strumento per gestire la propria terra natale di 1,39 milioni di ettari. I ranger di Warddeken combinano le conoscenze tradizionali con le tecnologie contemporanee per prevenire gli incendi, diminuendo così la CO2 per il riscaldamento climatico.
Vincitore del premio World Press Photo long-term project award, invece, "Distopia amazzonica" di Lalo de Almeida, Brasile, per Folha de São Paulo/Panos Pictures. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall'estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali. Pesano anche politiche "poco green" del presidente Jair Bolsonaro.
"Il sangue è un seme" di Isadora Romero, Ecuador ha vinto la sezione video World Press Photo open format award. Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre di Romero. In un viaggio nel loro villaggio ancestrale di Une, Cundinamarca, in Colombia, Romero esplora ricordi dimenticati della terra e dei raccolti e viene a conoscenza del fatto che suo nonno e la sua bisnonna fossero "custodi dei semi" e che coltivavano diverse varietà di patate, di cui solo due si possono ancora trovare.
La mostra a Torino esporrà, in via eccezionale, le menzioni d'onore del World Photo Contest 2022.
Foto Renato Valterza
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