IL VERMOUTH DI TORINO A TORINO
Torino, 16 Novembre 2019
Riconosciuta dall’ Unione Europea la paternità del vino aromatizzato oggi di gran successo e il suo disciplinare.
Al vino aromatizzato è stato dedicato un weekend con degustazioni, miscelazioni e workshop, organizzata dall’Istituto del Vermouth che ha invitato i 18 produttori storici per raccontare segreti e tradizione dello storico aperitivo. Nel contempo arriva l’ufficializzazione europea del disciplinare. Il Vermut o Vermouth di Torino « è legge».
Roberto Bava, presidente dell’istituto, e produttore commenta: « È una notizia che aspettavamo da anni, per cui abbiamo lavorato tanto, perché conferma che il Vermouth di Torino è di Torino. Siamo al penultimo passo, il disciplinare è in atto dal 2017 (con il decreto del ministero dell’Agricoltura, ndr) e ora abbiamo ricevuto la lettera con cui la Commissione europea annuncia che l’iter è stato approvato. Aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale».
Un bel passo avanti per un prodotto che negli ultimi anni è tornato in voga: « Il vermouth ha peculiarità che lo rendono unico. Non è un liquore e non sostituisce il bitter rosso, oggi infatti si conferma la tendenza a creare una strada propria. Ci si sta specializzando con tante piccole produzioni. Non si dice più "dammi un vermouth", ma si precisa il produttore e la provenienza», racconta Bava. Che spiega: «Bisogna lavorare per promuovere la categoria, come finora noi 18 produttori abbiamo fatto. Il mercato è ancora piccolo, ma quello del vermouth premium, che comprende un prodotto non da scaffale, cresce e si differenzia.
In questa epifania si cala l’evento di oggi. «Un appuntamento — dice il presidente dell’istituto — dedicato ai sommelier, una categoria di professionisti che sanno tutto del vino ma non del vermouth. A cui si affianca anche un nuovo incontro con la città per far conoscere al cittadino le aziende storiche, quindi i 18 nomi che rappresentano la stragrande maggioranza della produzione, le etichette e soprattutto il prodotto. Per questo abbiamo creato l’Istituto che negli anni si è trasformato in consorzio di tutela
Foto Renato Valterza
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