Up Un Caravaggio a Torino Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2021



UN CARAVAGGIO A TORINO

IN MOSTRA ALLA GALLERIA SABAUDA DAL 25 FEBBRAIO AL 30 MAGGIO 2021

 

Torino, 25 Febbraio 2021

Con la sua pittura rivoluzionaria Michelangelo Merisi da Caravaggio sconvolse il mondo della pittura italiana ed europea. Anche a Torino, dove il maestro della luce non lavorò mai, gli effetti delle sue ricerche non tardarono a farsi sentire. Da attenti osservatori del panorama artistico, i Savoia iniziarono molto presto a collezionare le opere dei pittori caravaggeschi, a partire dalla bellissima tela dell’Annunciazione donata al duca Carlo Emanuele I da Orazio Gentileschi nel 1623.

Una storia ben leggibile nelle sale della Galleria Sabauda che da oggi, giovedì 25 febbraio, si arricchisce di un tassello fondamentale: il San Giovanni Battista, giunto nel capoluogo piemontese dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma grazie a uno scambio promosso in occasione della mostra L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano, in corso a Palazzo Barberini.

Mentre gli appassionati d’arte romani ammirano la rarissima tavola della Passione di Cristo di Hans Memling, dunque, i visitatori dei Musei Reali di Torino potranno godere fino al 30 maggio di un emblematico capolavoro di Caravaggio. Dipinto tra il 1604 e il 1606, il San Giovanni Battista di Palazzo Corsini illustra bene le innovazioni che il maestro lombardo portò nella pittura sacra e profana: la profonda - e talvolta scandalosa - umanità di cui seppe vestirne i protagonisti, l’uso inedito della luce e dei contrasti, il realismo drammatico, i frammenti di magistrali nature morte con cui era solito esprimere storia e carattere dei suoi personaggi.

In quest’opera Caravaggio mostra l’ultimo dei profeti ancora adolescente durante un momento di riposo nel deserto, dove trascorse gran parte della sua esistenza. La figura avvolta in un mantello rosso emerge dall’oscurità, il volto in penombra e le mani indurite dal sole, lo sguardo sfuggente e malinconico rivolto al buio oltre la cornice, come sorpreso da una misteriosa presenza. Accanto, gli oggetti che ne qualificano l’identità: la croce di canne e la ciotola per i battesimi. L’ispirazione del San Giovanni sarebbe secondo alcuni da rintracciare nel Galata morente, una celebre scultura classica ritrovata a Roma durante gli scavi di Villa Ludovisi proprio all’inizio del Seicento.

A Torino il dipinto del maestro dialoga in una mostra-dossier con le opere dei suoi numerosi discepoli presenti nella collezione permanente dalla Galleria Sabauda, mettendo in evidenza la portata e la varietà delle influenze che Caravaggio riuscì a esercitare su pittori italiani e stranieri.

Se Giovanni Baglione, suo coetaneo e acerrimo rivale, fa propria solo l’esteriorità del modello caravaggesco, Valentin, Vignon, Ribera e Serodine ripropongono con grande rigore l’umiltà e il misticismo dei santi del Merisi.
Altri ancora, come Antiveduto Gramatica e Orazio Riminaldi, restano affascinati dallo stile naturalistico e dai nuovi temi introdotti dal Merisi, mentre il pittore olandese Matthias Stomer reinterpreta nei suoi quadri a “lume di notte” i vigorosi contrasti tra luci e ombre, e Orazio Gentileschi trova nelle ricerche di Caravaggio lo spunto per uno dei suoi quadri più intensi e significativi. Di tutto ciò ci parla l’allestimento dei Musei Reali, accogliendo per la prima volta a Torino questa originale versione del Battista.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

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