TORINO JAZZ FESTIVAL - JAZZ CL(H)UB 2021
Torino, 29 Settembre 2021
Come illustrato dai Direttori del TJF Diego Borotti e Giorgio Li Calzi:
“Il palinsesto che TJF dedica ai Jazz Club costituisce a oggi il legame più stretto possibile tra la comunità dei musicisti e quella degli appassionati di jazz e musica d’arte, vero e proprio presidio culturale diffuso, occasione privilegiata di incontro e di impensate relazioni sociali.
I Jazz Club sono anche il luogo che favorisce l’innesto di musiche e musicisti complementari. Qui sono nati nuovi sound, musiche composte o improvvisate, formazioni solide esportate in tutto il mondo, punto di convergenza di fermenti del territorio culturale cittadino, regionale e nazionale.
La missione di TJF è quella di intercettare e sollecitare nuove produzioni o alternativamente mettere in scena concerti consolidati che non passano da troppo tempo nei club della Città e godere delle evoluzioni stilistiche che li hanno affinati negli anni come un grande vino.
L’omaggio alla fertile penna di Don Grolnick di Rick Margitza con la GP Big Band, quello al grande Django Reinhardt dell’omonima Associazione con un concerto composto ad hoc per TJF, l’incontro tra i numerosi senatori del jazz con emergenti di ottimo talento, la presenza di formazioni di allievi e docenti concertisti dei poli di formazione jazzistica quali il Centro di Formazione Musicale della Città, Arcote e Jazz School Torino, l’azione divulgativa e inclusiva nei luoghi di detenzione di Sfera Culture, i grandi organici rimasti in sospeso dalla scorsa edizione.
Questi alcuni tratti salienti di un programma fitto e di alto profilo che porterà sui 13 palchi del festival 46 concerti con la partecipazione di oltre 200 musicisti.
Ci auguriamo che la circuitazione curiosa del pubblico, al quale chiediamo uno sforzo di pazienza aggiuntivo aiutandoci nelle pratiche di prenotazione, animi i Jazz Club di tutta la Città restituendoci la meravigliosa esperienza di vederli rivivere grazie alla vitalità e alla piacevole socialità che il Jazz porta sempre con sé.
La sfida di questa seconda parte del Torino Jazz Festival 2021 è quella di far sentire la voce di chi fa e di chi segue la musica dal vivo nei club, piccoli ma fondamentali avamposti culturali che tengono in vita la musica durante il corso dell’anno.
Proprio questi club non sono ancora davvero ripartiti, viste le condizioni in cui ci troviamo da quasi due anni: purtroppo l’emergenza ha portato a galla le problematiche già esistenti, in generale, nel comparto culturale, nella musica dal vivo, specie in un ambito diverso dall’intrattenimento, e troppo spesso, ancora in questi giorni veniamo a conoscenza di improvvise chiusure di club nella nostra città, che è uno specchio del nostro paese.
Ma veniamo a noi: questa sfida consiste nel produrre 46 concerti in 13 location, nonostante le capienze limitate e proprio per questo, con un budget opportuno per questo tipo di attività, senza però rinunciare a sostanza, unicità e appeal artistico.
Suoneranno musicisti torinesi, a molti dei quali abbiamo chiesto di fare dei primi concerti originali, gruppi italiani che rappresentano tutte le sfaccettature del jazz e dei linguaggi improvvisativi con una particolare attenzione per tutto ciò che è contemporaneo, che sta intorno a noi, ma anche alcuni importanti artisti stranieri, toccando i generi che il jazz ha generato o a cui si è unito: dal linguaggio afro-americano al progressive (con un vero protagonista a Torino), dalla scrittura contemporanea al folk, dalla libera improvvisazione agli omaggi (Django Reinhardt, Fausto Romitelli, Count Basie, Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg, William Parker, le Funeral March di New Orleans, Italo Calvino, Billie Holiday, Langston Hugues, Art Blakey), dall’improvvisazione sotto forma di rock e elettronica all’interdisciplinarità (grazie a due concerti legati alla danza), dalla narrazione del jazz alla sperimentazione, perchè il jazz si è sempre collocato in un territorio rivolto al dialogo tra i linguaggi e alla sperimentazione.
Nell’arco di una settimana ci saranno più di 200 musicisti che hanno voglia di suonare per il loro pubblico. Insomma, noi abbiamo fatto questa prima parte. Ora vi aspettiamo al festival per ricominciare davvero tutti insieme.
Foto Renato Valterza
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