MOTUS, PREISTORIA DELL'AUTOMOBILE
un viaggio tra secoli e continenti: la mostra al MAUTO Museo Nazionale dell'Automobile - Torino
8 Aprile 2022 - 25 Settembre 2022
Torino, 8 Aprile 2022
Dalla ruota dei Sumeri del 2500 a.C. alla prima automobile della storia, la Benz Patent Motorwagen del 1886: queste la prima e l’ultima tappa, tra secoli e continenti, del viaggio tra i tredici modelli in mostra, veicoli funzionanti e installazioni multimediali, che rivivranno in “Motus. Preistoria dell’Automobile” al Mauto - Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dall’8 aprile al 25 settembre.
La mostra nasce da un’idea del Museo Galileo di Firenze e del Museo del Sidecar di Cingoli (Macerata) ed è curata da Giovanni Di Pasquale, storico della scienza e della tecnologia antiche e vicedirettore scientifico del Museo Galileo, e da Costantino Frontalini, direttore del Museo del Sidecar. È coprodotta dal Museo Galileo e Civita Mostre e Musei in collaborazione con il Mauto. Le ricostruzioni sono realizzate dal Museo del Sidecar, mentre si deve al Laboratorio Multimediale del Museo Galileo la produzione delle animazioni 3D e allo studio creativo camerAnebbia di Milano quella degli exhibit interattivi.
Un'accurata ricerca
L’accurata ricerca documentale e la precisa ricostruzione degli artefatti sono princìpi su cui il Mauto fonda la propria filosofia di approccio alla conservazione al restauro, e sono stati motivo essenziale per l’adesione del nostro museo al progetto Motus, frutto di una inedita collaborazione tra il Museo Galileo, il Museo del Sidecar, il Mauto e Civita. L'intero sistema industriale legato all’automobile sta cambiando molto rapidamente sotto le spinte della tutela ambientale e della ricerca di nuove fonti energetiche; in questo contesto, la conoscenza della storia può essere strumento e fonte di ispirazione per le nuove generazioni che devono progettare la loro vita futura, dichiara Mariella Mengozzi direttore del Mauto Museo dell’Automobile di Torino.
"Da appassionato ricercatore e da italiano sono felice che Torino, e in particolare il Museo dell’Automobile, mostri una storia poco nota che precede l’invenzione dell’automobile" afferma
Costantino Frontalini, direttore del Museo del Sidecar e co-curatore della mostra.
"La mostra “Motus. Preistoria dell’automobile”, nasce da un grande progetto scientifico e dalla sinergia tra i partner coinvolti: Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, Museo del Sidecar di Cingoli (Macerata), Museo Nazionale dell’Automobile di Torino e Civita Mostre e Musei. Oltre ad essere una preziosa opportunità per approfondire la storia avvincente di un’evoluzione inarrestabile - dichiara Giorgio Sotira, CEO di Civita Mostre e Musei -, quella dell’automobile, la mostra rappresenta per noi, proprio grazie a questo circolo virtuoso di collaborazioni, la possibilità di produrre mostre scientifiche di elevato livello che ci permettono di diversificare la tipologia di offerta culturale, coinvolgendo pubblici eterogenei, nonché di raggiungere importanti traguardi nella diffusione nazionale ed estera".
L'automobilità spiegata a tappe
I tredici oggetti esposti, di cui undici realizzati dal Museo del Sidecar e due esemplari originali provenienti uno dalle collezioni del museo marchigiano e l’altro da una collezione privata, sono tutti funzionanti, realizzati con cura nei minimi dettagli, con il metodo utilizzato dell’archeologia sperimentale, che si avvale delle tecniche e dei materiali disponibili nel periodo storico in cui i veicoli furono progettati.
La mostra propone i principali progetti che hanno rappresentato una novità nella ricerca del movimento autonomo da parte dell’uomo. I prototipi esposti sono tutti accomunati dal fatto di non aver bisogno di forze esterne per muoversi, come, ad esempio, il traino di animali. Gli oggetti esposti mettono in evidenza anche l’aspetto sorprendente della tecnologia meccanica. I dispositivi che determinano il funzionamento dei veicoli riscostruiti, nascosti alla vista o incomprensibili ai più, ci ricordano le parole di Tommaso Campanella: ‘Finché non si intende l’arte, sempre dicesi magia, dopo è scienza, spiega Giovanni Di Pasquale, vicedirettore scientifico del Museo Galileo e co-curatore della mostra.
Foto Renato Valterza
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