MOSTRA TEXTILES ARE BACK
Torino, 19 Dicembre 2022
Un allestimento/mostra della storia del tessile che inaugura la nuova Sala dei tessuti di Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica.
E’ stata allestita nella nuova Sala dei tessuti al secondo piano di Palazzo Madama in Piazza Castello a Torino, la mostra Textiles are back, che dal 21 dicembre 2022 esibirà più di 50 opere della collezione di tessuti e moda del Museo Civico d’Arte Antica, che comprende circa 4.000 manufatti ed è tra le più importanti in Italia. La mostra, che riproporrà a rotazione nuove opere della raccolta, andrà mutando periodicamente, così da preservare la corretta conservazione dei beni.
Si tratta di un excursus storico che parte di frammenti copti in lino e lana lavorata ad arazzo - i più antichi del museo - provenienti da Antinoe, città del Medio Egitto fondata dall’imperatore Adriano, cui seguono i tessuti medievali, che documentano la magnifica produzione delle manifatture seriche del bacino mediterraneo e dei primi importanti centri manifatturieri italiani.
La tessitura della seta ha inizio in Italia solo tra il XII e il XIII secolo presso Venezia, Lucca e Firenze. I velluti italiani operati, lavorati con filati d’oro e d’argento, sono i tessuti più richiesti da ogni corte del Rinascimento. Ne vediamo a Palazzo Madama due esemplari eccellenti: un magnifico telo cremisi veneziano tagliato a due altezze, storicamente detto alto-basso, e un ampio frammento di velluto di seta rossa e oro filato dal tipico disegno tardo quattrocentesco dei fiori di cardo, già parte di una veste liturgica.
L’arte del ricamo nel Cinquecento viene invece illustrata da tre importanti manufatti: la famosa tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti, attribuita alla ricamatrice milanese Caterina Cantoni, celebre tra i contemporanei per la raffinata tecnica del ricamo a doppio diritto e professionista, i cui lavori erano contesi dalle corti di tutta Europa; una tovaglia lavorata anch’essa in Italia, ma in ambito domestico, decorata da poetici motti d’amore e un repertorio di minuti disegni policromi di putti, delfini, manufede, leoni rampanti; infine, un vivace ricamo raffigurante la parabola delle Vergini sagge e delle vergini folli, ricamate in seta su fondo in lana con gli abiti delle donne della Svizzera tedesca della fine del XVI secolo, lavoro femminile originario della città di Sciaffusa.
Sistemati uno vicino all'altro nelle vetrine storiche della sala, teli da arredo e stoffe da abbigliamento raccontano il mutare del gusto decorativo nei secoli, con un focus sull’abbigliamento e sullo stile del XVIII secolo, quando i motivi bizarre, a pizzo, a isolotti, a meandri si avvicendano rapidamente, seguendo la moda dettata da Parigi e dalle manifatture lionesi, che detengono ormai la palma dell’eccellenza.
Tra i tessuti esposti nelle sale del Museo Civico tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo, molti furono riprodotti da manifatture tessili italiane, in particolare dalla manifattura torinese Guglielmo Ghidini. Fondata nel 1865, vent’anni più tardi la Guglielmo Ghidini, Fabbrica di seterie e broccati d’oro, aveva stabilimento alla Barriera di Casale, sull’attuale piazza Gozzano, e dava lavoro a oltre trecento operai. Nel nuovo allestimento, Palazzo Madama espone alcune delle stoffe riproducenti modelli della sua collezione, per ricordare il ruolo che il Museo Civico, museo d’arte applicata all’industria, realmente svolse nei confronti delle attività produttive della città, a cui offrì opere di alto valore artistico che costituirono modello e fonte di ispirazione per riqualificare la produzione contemporanea.
Infine dalla collezione di abiti e accessori di moda è esposta una scelta di capi, che spazia dal XVII secolo agli anni Venti del XX secolo. Alcuni di essi sono stati oggetto di restauro e di studio in anni recenti. La riapertura della sala è occasione per vedere ora un giuppone ricamato con i nodi di Casa Savoia, unico capo seicentesco - oggi conservato - riferibile con certezza al casato, un’andrienne confezionata con un ricchissimo lampasso lionese precedente la metà del Settecento, un abito femminile in stile Impero in leggerissima garza di seta e due briosi vestiti in stile Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto anche un sorprendente banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. È presentato con un habit in velluto miniatura ricamato a fiori e diversi accessori maschili in una vetrina ambientata, che racconta il piacere del vestirsi e l’agio della vita dei gentiluomini nel secolo dei Lumi. Chiude un interessante abito degli ultimi anni dello stesso secolo, che fu oggetto di un riadattamento per adeguarsi alle nuove esigenze di una neo-mamma ed essere comodo per l’allattamento e che ci avvicina all’attualissimo tema del riuso.
Foto Renato Valterza
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