MOSTRA QUEI TEMERARI DELLE STRADE BIANCHE: NUVOLARI, VARZI, CAMPARI
al MAUTO con le fotografie di Adriano Scoffone
Una mostra fotografica racconta gli anni ‘20 e ‘30 della Provincia Granda
e gli audaci piloti della Cuneo - Colle della Maddalena
Torino, 26 Ottobre 2021
La mostra “Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo - Colle della Maddalena” - progetto di Giosuè Boetto Cohen - inaugura il 27 ottobre al MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile: in esposizione una selezione di 80 fotografie provenienti dell’Archivio fotografico di Adriano Scoffone – quasi 40mila lastre fotografiche in totale – che la Città di Cuneo ha riscoperto a distanza di anni e che ha iniziato a catalogare nel 1980. La mostra, ospitata a Cuneo lo scorso anno, arriva oggi al MAUTO: oltre alle suggestive immagini, tre automobili leggendarie, grandi scenografie e un poema musicale composto per l’occasione che rendono immersivo il percorso della mostra, visitabile fino al 9 gennaio 2022.
“Questa mostra è un magnifico viaggio nel tempo che ci permette di rivivere quasi in diretta l’atmosfera, il coraggio e l’entusiasmo di una corsa come la Cuneo – Colle della Maddalena. Le straordinarie fotografie storiche di Scoffone ci restituiscono con realismo di cronaca i folli sovrasterzi dei “temerari” sui bianchi tornanti alpini. Non dimentichiamo che non lontano da Cuneo molti anni prima, nel 1895, si tenne la prima Torino – Asti -Torino, la prima corsa automobilistica italiana. Con ben altre auto però, perché sulla strada del Colle salivano invece auto possenti e invincibili come la leggendaria Alfa Romeo P2 qui in mostra, proveniente dalla collezione del Museo Nazionale dell’Automobile, identica a quella sulla quale Nuvolari trionfò alla Maddalena. Una conferma che il MAUTO è il fulcro della storia del pionierismo automobilistico italiano, sia per l’inarrivabile collezione che per il Centro di documentazione con il suo straordinario patrimonio storico. Anche per questo siamo felici di collaborare alla riscoperta di un fondo storico cruciale come l’Archivio Scoffone e alla sua viva e preziosa testimonianza di un periodo fondamentale della storia automobilistica italiana” dichiara
Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile.
“Quei temerari delle strade bianche” presenta i fotogrammi chiave dell’edizione 1930 della Cuneo-Colle della Maddalena e dei suoi celebri protagonisti (insieme ad alcune immagini del triennio 1925-1927). Ottanta foto che pure non rappresentano che un modesto campione del tesoro nascosto di circa 40 mila lastre fotografiche, che coprono i temi, le pagine, i ritratti più diversi della Provincia Granda.
“Dopo il grande successo della mostra "Quei temerari delle strade bianche" svoltasi a Cuneo nell'estate scorsa, anche al MAUTO si propone un'esposizione che permette di conoscere meglio il nostro capoluogo di provincia, attraverso un patrimonio archivistico unico: il fondo Andriano Scoffone. Questo tesoro di decine di migliaia di lastre fotografiche ritrae nel dettaglio le corse automobilistiche cui parteciparono anche Varzi e Nuvolari, piloti impavidi che, da Cuneo, affrontarono con coraggio le tortuose strade bianche del Colle della Maddalena. La nostra Amministrazione è entusiasta e grata della possibilità di diffondere tale patrimonio fra i tanti visitatori dello splendido museo torinese dell'automobile."
afferma Cristina Clerico, Assessore alla Cultura della Città di Cuneo.
Tre automobili esposte dialogano con le immagini di Adriano Scoffone, che raccontano la sfida per il Colle della Maddalena e scene di costume del primo Novecento. La gara è, per difficoltà e lunghezza, una delle più ardite. Lo si capisce dalle fughe nei rettilinei e dalle sbandate nel polverone prima dei tornanti. Il “circo” della competizione è poca cosa se paragonato al gigantismo di oggi, ma l’emozione è anche superiore, perché nel 1930, in Italia - è bene ricordarlo - circola un’automobile ogni duecento abitanti. Fissano l’obbiettivo (qualcuno con aria truce), i semidei del volante: il tedesco Stuck che sembra Lawrence d’Arabia, gli italiani Varzi, Marinoni e Maserati, sotto gli occhi di un impettito Campari. Ma anche la tripletta della scuderia Fiat in un angolo di piazza Vittorio (oggi piazza Galimberti) fa la sua figura. O la squadra (piccola, ma sceltissima) dei meccanici e collaudatori. Nuvolari, il vincitore del 1930, è più nero e legnoso che mai e in uno degli scatti, praticamente inedito, è fermo davanti a un portone del Piemonte rurale. Intorno al palco c’è un tramestio di autorità, la Principessa di Savoia, il podestà con la tuba, una pletora di notabili e donne elegantissime. Ma le facce più interessanti, alcune da cinema, sono nel pubblico sorridente, tra i portici, la piazza e i picnic. Adriano Scoffone corre, non si sa come, al lago della Maddalena. E ancora più su. I visitatori della mostra potranno immaginarlo dall’alto del nostro tempo, interconnesso e viziato da Photoshop, mentre per strada riesce a catturare ancora una Bugatti ribaltata, e poi controsterzi, gli allunghi e i voli d’uccello, quasi avesse il drone.
“La mostra, come suggerisce il titolo, parte da un fatto cruciale, ma non chiaro a molti: le corse automobilistiche di novant’anni fa si svolgevano su strade completamente diverse da quelle di oggi. E l’automobilismo sportivo fu una delle motivazioni che portarono, negli anni ’30, alla costruzione di una rete viabile più moderna. L’audacia - di uomini e mezzi - le medie orarie, i record diventano ancora più incredibili se si immagina correttamente lo scenario in cui furono raggiunti. Quindi “le strade bianche” sono insieme alle vetture, ai campioni e alla folla, le protagoniste dell’esposizione. Un complesso impianto scenografico, e una colonna sonora originale, sono state realizzate proprio per enfatizzarne il ruolo”
così Giosuè Boetto Cohen, giornalista e regista, per molti anni de “La Storia siamo noi” alla RAI, introduce la mostra da lui curata.
La musica è un altro elemento fondamentale del percorso di “Quei temerari delle strade bianche”; il “tappeto musicale”, di Marco Robino e degli Architorti, è diventato una suite tutta da ascoltare, una complessa partitura di undici minuti. Marco Robino ha lavorato molto con il regista Peter Greenaway, per il quale ha composto nel cinema, sul Cenacolo Vinciano e alla Venaria Reale. Ma ha composto in più occasioni anche con gli autori di questa mostra, a Villa Giulia a Roma, a Palazzo Pepoli a Bologna, al Museo Accorsi-Ometto di Torino e alla Castiglia di Saluzzo, per l’installazione “La scelta di Giulio”. Per la mostra di Adriano Scoffone, Robino ha creato un poema inebriante, che narra di motori, velocità, polvere e grandi paesaggi.
Il percorso espositivo di “Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo - Colle della Maddalena” va aldilà dei documenti fotografici messi in cornice. È costituito da scenografie immersive, a cui ha contribuito anche Angelo Sala, per molti anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano. Insieme alle musiche originali e alle stampe giganti, esse abbracciano tre automobili straordinarie, protagoniste della scalata alla Maddalena del 1930: una è proprio l’Alfa Romeo 1500 MMS con cui, nel 1930, il pilota Emilio Gola prese parte alla competizione. Le altre non sono da meno: l’Alfa Romeo P2 della collezione del museo, identica a quella con cui Nuvolari tagliò per primo il traguardo, e una preziosa Bugatti 35, uguale a quella con cui Avattaneo si ribaltò durante la gara.
L’esposizione è realizzata dal MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile e dalla Città di Cuneo, con il sostegno della Maison di orologeria svizzera Eberhard & Co.
“Il contributo di Eberhard & Co. a sostegno della mostra rispecchia la vocazione della Maison a favore di iniziative di grande spessore culturale, che riportino alla luce un patrimonio ancora celato, lo rendano fruibile a tutto il pubblico e che mirino alla salvaguardia del tempo. Questo progetto ci consente infatti di supportare un’importante opera di digitalizzazione di materiali che rischierebbero di andare persi e la loro contestuale valorizzazione attraverso l’inserimento in una banca dati consultabile online. Il nostro legame con Nuvolari risale agli anni ’30 del Novecento e ci vede sempre coinvolti in eventi che ne celebrino la figura. Le immagini rivelano uno spaccato molto affascinante del mondo delle gare automobilistiche d’epoca, quando piloti del calibro di Nuvolari realizzavano imprese incredibili e stupivano il pubblico accorso a vederli”
– dichiara Mario Peserico, Amministratore Delegato di Eberhard Italia.
Foto Renato Valterza
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