Up Mostra Julian Opie - Imagine you are driving Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2023



MOSTRA JULIAN OPIE. IMAGINE YOU ARE DRIVING

Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo
Inaugurazione: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

 

Torino, 19 Luglio 2023

La mostra “Julian Opie. Imagine you are driving” è stata organizzata in occasione delle celebrazioni dei 90 anni del MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile.

La mostra “Image you are driving” è dedicata alla ricerca dell’artista britannico Julian Opie (Londra, UK, 1958) attraverso la presentazione di un ciclo di opere realizzate tra il 1993 e il 1996, parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Al centro del progetto espositivo emerge l’immaginario dell’automobile, un soggetto esplorato da Opie nel corso degli anni Novanta e nei primi Duemila con il suo caratteristico tratto fondato sull’impersonalità e la semplificazione formale a cavallo tra stilemi pop e minimalisti.

Dopo aver conseguito il diploma al Goldsmith College a Londra nel 1982, Opie inizia a operare nell’ambito della New British sculpture, movimento interessato a sviluppare una nuova relazione tra scultura e cultura urbana tramite l’impiego di materiali di scarto, in una chiara reazione alle tendenze minimaliste e concettuali. Nel corso degli anni Opie inaugura un lessico formale ispirato dai giochi d’infanzia, ma anche dalla nascente industria dei video games. I suoi soggetti prediletti diventano i mezzi di trasporto, le persone, i paesaggi che caratterizzano le metropoli contemporanee, stilizzati e tracciati a campiture nette.

Gli immaginari di Opie si confrontano con l’ideologia visiva della società dei beni e dei servizi. Le sue sculture sono presentate come prodotti standardizzati in attesa di un metaforico consumo del pubblico, offerte su cui proiettare i propri desideri e aspirazioni. Nel lavoro di Opie troviamo echi della società descritta dall’antropologo Marc Augé nella sua celebre pubblicazione “Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità” (1992). Augé vede i fruitori del paesaggio contemporaneo non più come abitanti nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto passanti. I nonluoghi sono quegli spazi antropici dedicati alla circolazione e al consumo, luoghi anonimi frequentati da persone sole in cui non si producono relazioni sociali, come autostrade, stazioni, aeroporti. Queste infrastrutture, per la loro caratteristica dimensione di provvisorietà e transitorietà, rappresentano la condizione dell’individualismo contemporaneo, l’alienazione e l’estraneità. La ricerca artistica di Opie si è interessata a queste contraddizioni della società contemporanea, costruendo un universo visivo in grado di rappresentarle con un distaccato sguardo ironico. Attento alle nuove frontiere della visualità del marketing e alle prime rappresentazioni in CGI (computer-generated imagery), Opie ha immaginato una realtà ritagliata sul singolo, un mondo che è possibile esperire solo attraverso la visione soggettiva dello spettatore.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

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