MOSTRA IL PELTRO A TORINO
Palazzo Madama Gabinetto Cinese
Torino, 21 Febbraio 2024
La recente donazione di 128 oggetti in peltro da parte degli eredi di Attilio Bonci, studioso della storia del peltro piemontese, arricchisce le collezioni del museo di una raccolta di pezzi piemontesi del Settecento e dell’Ottocento che spazia dagli oggetti da tavola agli oggetti per la casa, dai piatti ai candelieri, dalle teiere ai calamai, fino agli strumenti utilizzati per scopi attinenti alla medicina come le grandi siringhe e gli accessori per i clisteri.
Il peltro è una lega composta principalmente di stagno, con l'aggiunta di una piccola percentuale di altri metalli come il rame, il bismuto e l’antimonio. Grazie alla sua duttilità e all’effetto di lucentezza prossimo a quello dell’argento, il peltro viene utilizzato fin dall’epoca dei Romani per realizzare recipienti per il cibo, oggetti per la casa e per il culto. L’arte del peltro si sviluppa particolarmente a partire dalla fine del Cinquecento, raggiungendo livelli artistici molto alti in Germania, in Inghilterra e in Francia. In Italia la produzione di peltri si concentra soprattutto in Veneto e nel Piemonte, dove i peltrai sono riuniti in corporazione a partire dal 1634, in seguito alle disposizioni di Cristina di Francia e poi di Carlo Emanuele II (1652).
L’allestimento in Gabinetto Cinese, a cura di Clelia Arnaldi di Balme, al primo piano di Palazzo Madama presenta una selezione degli oggetti più significativi della raccolta, con attenzione agli aspetti legati alla materia con cui sono realizzati e alla loro funzione. Si tratta di oggetti di uso quotidiano, stoviglie diffuse nelle case contadine come nelle dimore signorili, apprezzate per la loro praticità, in quanto il peltro è brillante e simile all’argento, ma più resistente alle ossidazioni e per questo più adatto per i recipienti destinati a contenere cibi.
Le conoscenze che abbiamo oggi sui peltri piemontesi si devono alle ricerche condotte per tutta la vita da Attilio Bonci (Lanzo Torinese 1942 - 2022), confluite in un volume del 2005 edito dal Centro Studi Piemontesi e accompagnate da una grande passione di collezionista. I suoi studi hanno permesso di ricostruire le varie personalità dei peltrai e le loro botteghe, a partire dai punzoni di controllo della qualità della lega e dai documenti. A seconda della quantità di stagno, il peltro si definisce “stagno fino d’Inghilterra”, il migliore, “stagno bianco alla bontà di quel di Lione” e “saldatura chiara”. I mastri peltrai appartenevano alle famiglie Metra, Taudin, Dellabianca, Mazzetti, Sartoris, e trasmettevano la bottega di padre in figlio con la sua dotazione di stampi e di attrezzi, spesso intessendo scambi e legami con i paesi vicini, soprattutto con la Francia e la Svizzera.
Foto Renato Valterza
|