MOSTRA ELLIOTT ERWITT - FAMILY
Stupinigi, 3 Marzo 2023
Elliott Erwitt, un grande autore che ha fatto la storia fotografica del nostro secolo, con il suo stile unico, potente e leggero, romantico o leggermente ironico, affronta in modo trasversale il tema della Famiglia.
La curatrice della mostra, la Dottoressa Biba Giacchetti, ha chiesto a uno dei più importanti maestri della fotografia di creare un album personale e pubblico, storico e contemporaneo, serissimo e al contempo ironico: è nata così “Elliott Erwitt – FAMILY”.
Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi le fotografie che nella lunghissima carriera di Erwitt – oggi 94enne – meglio hanno descritto e rappresentato tutte le sfaccettature del concetto così inesprimibile e totalizzante dell’essere famiglia. Niente è infatti più assoluto e relativo, mutevole, universale e altrettanto particolare come il tema della famiglia, che ha a che fare con la genetica, il sociale, il diritto, la sicurezza, la protezione e l’abuso, la felicità e la tristezza. Mai come oggi la famiglia è tutto e il suo contrario.
Gli scatti esposti in mostra nelle antiche cucine della Palazzina di Caccia di Stuinigi sono stati selezionati da Erwitt in persona e raccontano trasversalmente settant’anni di storia della famiglia e delle sue infinite sfaccettature intime e sociali.
Si offrono indifferentemente all’osservatore istanti di vita dei potenti della terra, come Jackie al funerale di JFK, accanto a scene intime come la madre che osserva rapita la neonata, che poi è Ellen, la primogenita del fotografo.
Scorci rigorosamente in bianco e nero da tutto il mondo.
Come sempre Elliott Erwitt – spiega Biba Giacchetti “è voluto uscire dai canoni classici e sviluppare il concetto di famiglia in modo libero e provocatorio. Immagini romantiche si alternano a immagini di denuncia (come quella del Ku Klux Klan), fino alla ben nota ironia che vuole assolvere chi elegge a membro prediletto della propria famiglia l’animale più amato, che sia un cane, un maiale o un cavallo, e celebrare così con serietà e sorriso, il sentimento universale che ci lega a chi amiamo”.
La vita di Elliott Erwitt
Nato il 26 Luglio del 1928 a Parigi, Elliott Erwitt trascorre la sua infanzia in Italia, a Milano. Nel 1938 la sua famiglia si sposta a Parigi, per poi emigrare a New York e trasferirsi definitivamente a Los Angeles nel 1941.
Fin da ragazzo, ad Hollywood, Elliott si interessa alla fotografia. Nel 1944, ancora al liceo, trova lavoro come tecnico di una camera oscura. Tornato a New York nel 1948 entra in contatto con Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker. Capa lo invita a far parte di Magnum Photos. I suoi reportage, le sue immagini “personali” e i suoi lavori pubblicitari sono apparsi in innumerevoli riviste, giornali e pubblicazioni. A partire dagli anni settanta Elliott Erwitt si interessa anche al video, girando spot pubblicitari e documentari. Nel 1974 pubblica il libro fotografico “Son of a Bitch”, in cui sono raccolti numerosi scatti di cani ripresi in pose o situazioni buffe. Un capolavoro, insuperabile per arguzia, senso della dissacrazione di un mondo dove gli umani, fanno da “sfondo” ai protagonisti canini.
Lo stile delle fotografie di Elliott Erwitt
Le fotografie in bianco e nero di Erwitt rivelano, con un tocco di umorismo, le emozioni più elementari e sincere degli esseri umani. Il fotografo ha sviluppato la sua visione durante l’ascesa, nel dopoguerra, del fotogiornalismo documentario, catturando molti dei paradossi più toccanti della vita.
Le sue fotografie giocano sugli accostamenti e osservando acutamente la realtà esteriore prendono in giro, in modo benigno, i difetti dell’essere umano, sgonfiandone la pomposità e mettendone in mostra l’ipocrisia. Attraverso le sue immagini percepiamo, in forma perfetta e mai forzata, la fragilità della linea di demarcazione tra il senso e il non senso, tra quello che banalmente guardiamo e quello che lo sguardo artistico ci permette di vedere
Foto Renato Valterza
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