TEATRI E TEATRINI
Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama
a cura di Clelia Arnaldi di Balme
Torino, 19 Giugno 2024
Palazzo Madama presenta in Corte medievale la mostra Teatri e teatrini. Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama, dedicata alla storia del teatro e al mondo complesso che si muove nel Settecento e nell’Ottocento intorno alla messa in scena degli spettacoli, in tutte le sue forme, dai raffinati teatri di corte agli apprezzati teatrini di marionette.
Il teatro d’opera in musica ha esigenze spettacolari diverse, che variano a seconda dei tempi, degli ambienti, del pubblico e delle organizzazioni teatrali. Non sono solo i testi e le musiche a determinare il successo di un’opera: molto dipende dall’originalità delle scenografie e dalle macchine sceniche, dalla ricchezza dei costumi e delle decorazioni. Nel Settecento le mutazioni di scena, definite “comparse”, dovevano essere “molte, meravigliose e varie”, nonostante alcuni teorici le ritenessero un motivo di distrazione dall’ascolto della musica. Il principe e l’impresario sapevano bene che le scene erano elemento essenziale di richiamo, nei teatri di corte come nei teatri pubblici, e la loro realizzazione era inserita in un sistema economico in delicato equilibrio. Nell’Ottocento gli spettacoli presero a circolare in un tessuto teatrale allargato, in cui la stessa opera veniva rappresentata contemporaneamente in sale e città diverse. I teatri non erano più privilegio di pochi, si moltiplicavano numerosi sul territorio ed erano affollatissimi. Per il carnevale del 1858 a Torino si diedero ben 28 opere in musica in cinque teatri; nel 1860 si rappresentarono 46 opere in nove sale. E la città contava allora circa 200.000 abitanti.
La mostra dà conto di questa varietà. Si apre con il dipinto di Giovanni Michele Graneri che ritrae l’interno del Teatro Regio di Torino nel 1752 durante la rappresentazione del Lucio Papirio, con gli attori cantanti e l’orchestra in primo piano. Presenta un nucleo di disegni di mano delle varie dinastie di scenografi che nei secoli sottoposero le loro invenzioni agli autori dei libretti e ai compositori, per poi passare alla realizzazione pratica degli apparati scenici. Dalle opere di Filippo Juvarra legate al teatro romano del cardinale Ottoboni e all’attività per il Teatro Regio di Torino, contenute nei primi due volumi di disegni dell’architetto messinese, ai bozzetti scenografici dei Galli da Bibiena, dei fratelli Bernardino, Fabrizio e Giuseppe Galliari, di Pietro Gonzaga e di Romolo Liverani, realizzati per i teatri di Torino, Milano e Parma dal 1750 a tutto il secolo successivo. Accanto ai disegni si potrà ammirare il ventaglio raffigurante il Teatro Regio e il Teatro Carignano con i palchi e i nomi degli occupanti nella stagione teatrale del 1780 – 1781.
Anche il teatro di marionette era una forma di spettacolo molto amata, soprattutto nel corso del XIX secolo. La mostra è l’occasione per esporre per la prima volta una selezione di cinque fondali per teatrini, dalla raccolta di quindici scenari giunti a Palazzo Madama nel 1984 grazie al legato di Mario Moretti, ingegnere e esperto d’arte, di musica e di teatro, che li rinvenne abbandonati in un deposito, li acquistò e da appassionato collezionista ne ricercò l’origine e le vicende. I quindici fondali, ancora montati sulle bacchette originali, provengono dal teatro detto di San Martiniano in Via San Francesco d’Assisi a Torino (sito presso la chiesa dei Santi Processo e Martiniano, oggi non più esistente), dove operava la compagnia Lupi - Franco. I soggetti raffigurati erano di attualità storico-politica e patriottici, in stretta relazione con gli ideali risorgimentali, e spesso riproducevano opere e balli rappresentati nei teatri veri e propri, talvolta con modifiche e revisioni critiche. Le scene erano realizzate dagli stessi pittori che operavano al Teatro Regio e al Carignano: tra gli altri, Giuseppe Bertoja, Giovanni Venere, Giuseppe Maria Morgari. Uno dei fondali viene presentato nel teatrino nel quale venivano montati e conservati i teli, provvisto di aste e pennacchi lignei.
Tutte queste opere devono la loro sistemazione storica e bibliografica a Mercedes Viale Ferrero (1924 – 2019), studiosa torinese, figlia di Vittorio Viale, che fu direttore del Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 1930 al 1965. Nel 2024 si celebra il centenario della nascita di Mercedes: a lei e alla sua indimenticabile passione per la storia del teatro è dedicata la mostra.
Foto Renato Valterza
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