Up Mostra 'Che Macchina' - Il MAUTO Celebra la 127 Slideshow

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Foto: Mario Sofia © 2021



IL MAUTO CELEBRA IL 50° ANNIVERSARIO DELLA MITICA FIAT 127
E OMAGGIA IL DESIGNER PIO MANZÙ

Torino, 17 Giugno 2021

Torino, 17 Giugno. Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino racconta i 50 anni della Fiat 127, da giovedì 17 giugno protagonista della mostra “Che macchina!”, curata dal giornalista Giosuè Boetto Cohen in collaborazione con la Fondazione Manzoni. Un’esposizione per celebrare la storica vettura e l’uomo che ne concepì la forma: Pio Manzoni, in arte Manzù, figlio di Giacomo, scultore affermato. La mostra sarà visibile per tutta l’estate, fino al 5 settembre.

In esposizione 7 modelli dell’utilitaria presentata nel 1971 e acclamata “Car of the year” l’anno successivo: l’automobile adatta ad ogni circostanza, spaziosa dentro e piccola fuori, brillante e sportiva allo stesso tempo, rimasta in produzione nelle molteplici versioni per 16 anni. La 127, prodotta in oltre cinque milioni di esemplari, ha rappresentato nella storia della Fiat una tra le vetture di maggiore successo dell’industria automobilistica italiana, destinata a influenzare in maniera significativa la produzione mondiale. I visitatori della mostra potranno rivivere le emozioni trasmesse dalle più belle 127 andate in produzione: due 127 della prima serie, la Rustica, la Sport, la Top, la Panorama e la City Taxi. Ci saranno anche i disegni originali dell’Autonova FAM del 1964, progettata dallo stesso autore, primo piccolo monovolume della nostra era, insieme alla sua versione GT e il modello in scala dell’Autobianchi Coupè.

«La Fiat 127 è stata la mia prima auto - racconta Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO –, seguita da tre altre, una delle quali era un modello Sport. Anni prima, ancora ragazzino ero stato portato in pista a Fiorano sulle 127 seconda serie, sul volante le mani di Carlos Reutemann, Jacques Laffite, Vittorio Brambilla. Pio Manzù era molto amico di mio padre Oddone, responsabile per lunghi anni della Pubblicità e Immagine Fiat. Lo ricordo spesso a casa, io appena un bambino, ma colpito dalla sua intelligenza veloce, gli occhi vivaci dietro i grandi occhiali. Questi sono due buonissimi motivi per essere felice, da una parte, ed orgoglioso, dall’altra, di questa mostra, che unisce nel ricordo, intimo e pubblico, valori importanti dell’Italia degli anni ’60 e ‘70».

Accanto alle vetture, saranno esposti alcuni degli iconici oggetti di design realizzati da Pio Manzù: dalla lampada Parentesi – considerata un unicum nella storia del design, modello di riferimento esposto in tutti i musei, premio Compasso d’Oro (1979), best e long seller che attraversa la cultura e le generazioni – a Cronotime – il primo orologio a transistor; dal portaoggetti Kartell al progetto di Parchimetro – prodotto di industrial design, ma anche di comunicazione, per l’attenzione dovuta agli aspetti di leggibilità e visibilità delle attrezzature urbane. Saranno presenti in mostra diversi disegni e schizzi originali, filmati dell’epoca e interviste a personaggi del mondo del design, oltre ad altri oggetti disegnati da Pio Manzù.

Il Direttore del MAUTO Mariella Mengozzi aggiunge: «Veder nascere questa mostra è fonte di significati e soddisfazioni speciali. Il MAUTO ha mantenuto la sua vitalità e capacità propositiva in uno dei periodi più difficili. E oggi torna a raccontare storie di uomini e di automobili, con due protagonisti: la 127, nuovissima cinquant’anni fa come oggi, che portò la Fiat in Europa e vendette oltre cinque milioni di esemplari, e Pio Manzù, progettista diverso da tutti gli altri. Desidero ringraziare in particolare Giacomo Manzoni, figlio di Pio, che ha generosamente concesso tutte le opere in mostra, e i collezionisti che hanno prestato le loro vetture per l’esposizione.”

La mostra celebrativa del designer milanese e della Fiat 127 è stata preceduta sabato 12 giugno da un raduno di Fiat 127 al MAUTO, a cui hanno preso parte circa 40 vetture; martedì 6 luglio, alle ore 10.30 si terrà invece – nell’AUDITORIUM del MAUTO - un convegno a cui prenderanno parte – tra gli altri – il prof. Luciano Galimberti, Presidente di ADI, Roberto Giolito, Head of Heritage, Stellantis, Rodolfo Gaffino Rossi, ex Direttore del MAUTO che all'epoca era al Centro Stile Fiat e collaborava con l’Arch. Luigi Rapi nella realizzazione dei nuovi modelli, Aldo Sessano, designer del Centro Stile Fiat che collaborò con Pio Manzù. E’ prevista la partecipazione di studenti del Politecnico, dell’Accademia Albertina, dello IED e dello IAAD.

 

 

    Foto Mario Sofia

 

 

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