ORDINAZIONE E INSEDIAMENTO EPISCOPALE DEL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. REPOLE
Torino, 7 Maggio 2022
Mons. Roberto Repole è stato ordinato Vescovo e ha compiuto oggi il suo ingresso solenne a Torino. Ordinanti sono stati mons. Cesare Nosiglia (Arcivescovo suo predecessore), mons. Marco Arnolfo (Arcivescovo di Vercelli) e mons. Alfonso Badini Confalonieri (emerito di Susa). Repole sarà anche Vescovo di Susa, unita a Torino «in persona episcopi».
Cinquantacinque anni, sacerdote formatosi al seminario torinese degli anni Novanta con don Sergio Boarino, teologo, ma anche pastore di parrocchie delle periferie, don Roberto Repole è stato nominato alla cattedra del capoluogo piemontese il 19 febbraio scorso da papa Francesco. Domenica 8 maggio, alle ore 15, si svolgerà il suo ingresso nella Cattedrale di San Giusto a Susa.
Un bel curriculum quello di don Roberto Repole. Nato a Torino il 29 gennaio 1967, è stato ordinato sacerdote nella Diocesi sabauda il 13 giugno 1992; è docente di teologia sistematica (in particolare ecclesiologia e ministero ordinato) presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale-sezione di Torino, l’Istituto superiore di scienze religiose e il Biennio di specializzazione in teologia morale speciale e alla Licenza nella sede centrale di Milano. È attualmente direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale.
Ha conseguito la maturità classica presso il liceo Valsalice di Torino (1986), il baccalaureato in teologia presso la Facoltà di Torino (1992), la licenza (1998) e il dottorato in teologia sistematica (2001) presso la pontificia Università Gregoriana in Roma. È stato presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019.
Ha firmato e curato decine di monografie, saggi, articoli, voci enciclopediche e libri. Nei suoi interventi si riflette la grande attenzione all’importanza della sinodalità, oltre all’indiscussa capacità di ascoltare giovani, lavoratori, fino a bisognosi e migranti con la sensibilità propria di un figlio di emigranti lucani.
Foto Carlo Cretella
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