DOVE UNA VOLTA C'ERA IL MARE: IL ROERO
Roero, 5 Febbraio 2024
Dici Roero e ti scopri subito a pensare a castelli ricchi di storia, a nobili vini, ai tartufi, al buon cibo, ma nascosti tra irte colline ci sono posti incantati, boschi che ad ogni passo rivelano meraviglie nascoste di colori, di profumi, di visioni mozzafiato che spaziano dalle rocche a paesini abbarbicati circondati in lontananza dalla catena delle Alpi, e tante chiesette rustiche e romantiche erette dalla devozione popolare tra filari di vigne feconde che producono vini prelibati.
Il Roero anche in inverno elargisce tutto il suo fascino... Bellezze uniche!
Il nome al territorio prende origine dall'antica Casata dei Roero.
Il nobile casato dei Roero (Rotarii sui documenti medioevali), al di là di fantasiose origini, è documentato in Asti dal XII secolo. Nei due secoli seguenti si divide in diverse linee che, oltre ad esercitare l’attività casaniera in più parti d’Europa, acquisiscono vari feudi in Piemonte.
Nell’area roerina i Roero si affacciano alla fine del XIII secolo, acquisendo nell’arco di poco più di un secolo la signoria totale o preminente in oltre la metà dei feudi, lasciando impronte durature in castelli, archivi e nel nome stesso dell’area.
L’origine di questa famiglia è molto antica e vi sono molte leggende che raccontano la sua nascita. La prima, più fantasiosa, vede come capostipite della famiglia il re Longobardo Rotari (636-652), ma non ci sono documenti ufficiali che comprovino questa tesi.
Un’altra teoria sostiene che i Roero discendano da un condottiero fiammingo chiamato Ghiglion, il quale partecipò nel 1099 alla crociata voluta da papa Urbano II. Guglielmo Roero, giunto in Terrasanta, sfidò a singolar tenzone un capo degli infedeli, che aveva insultato la religione cristiana. Il condottiero riuscì a vincere il duello decapitandolo. I suoi soldati, per celebrarne l’atto eroico, lo trasportarono in trionfo su un carro composto solamente da tre ruote e non quattro. Per ricordare questo avvenimento ai posteri, nacque lo stemma della famiglia: tre ruote d’argento in campo rosso, che ricorda il particolare carro e il sangue versato del nemico. Il tutto è sormontato da un elmo crociato con sopra un guerriero armato di clava. Sullo stemma poco più in alto si può ancora intravedere il motto della casata a bon rendre (a buon rendere).
Foto Beppe Sacchetto
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