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Foto: Andrea Pucci © 2020



REPORTAGE DI VIAGGIO: BUDAPEST

 

Budapest, 1 Agosto 2020

Budapest è la capitale e la maggiore città dell’Ungheria, è bagnata dal Fiume Danubio che la divide praticamente in due. La sua origine risale al 1873 con l'unione delle città storiche di Buda e Óbuda, ubicate ad ovest del Danubio, con l'abitato di Pest, situato sulla riva opposta del fiume con origini antichissime.
Fino al 1918 fu una delle due capitali dell'Impero austro-ungarico, che ebbe fine al termine della prima guerra mondiale.

La fusione delle tre città di Buda, Óbuda e Pest in un'unica amministrazione, dapprima messa in atto dal governo rivoluzionario ungherese nel 1849, poi revocata dalla restaurata autorità asburgica, venne infine resa effettiva dal governo autonomo ungherese instaurato col Compromesso Austro-Ungarico del 1867. La popolazione totale dell'area unificata crebbe tra il 1840 e il 1900 fino a 730 000 abitanti.

Durante il XX secolo la maggiore espansione demografica avvenne nei sobborghi, con Újpest che più che raddoppiò le sue dimensioni dal 1890 al 1910 e Kispest che le quintuplicò dal 1900 al 1920, a causa del fatto che la gran parte delle industrie del paese si concentrarono nella città.
Le perdite umane della prima guerra mondiale e quelle conseguenti alla perdita di due terzi del territorio del paese (1920) causarono un temporaneo rallentamento, lasciando Budapest capitale di uno Stato più piccolo ma finalmente sovrano.

Durante l'occupazione tedesca della seconda guerra mondiale, più di un terzo dei 250 000 abitanti di origine ebraica di Budapest persero la vita nell'Olocausto.
La situazione si fece drammatica soprattutto tra l'ottobre 1944 e l'inizio del 1945 quando i nazisti e la polizia ungherese (controllata dal governo collaborazionista del partito delle Croci Frecciate) deportarono 76 000 degli ebrei di Budapest nei campi di concentramento e sterminio, forzando il resto della popolazione ebraica all'interno del ghetto di Budapest e sottoponendola a numerosi eccidi.
A contrastare eroicamente le uccisioni e le deportazioni si distinsero il diplomatico svedese Raoul Wallenberg, quello svizzero Carl Lutz, l'italiano Giorgio Perlasca (che si fece passare per diplomatico spagnolo) e il nunzio apostolico Angelo Rotta.

Nonostante l'enorme massacro, Budapest è ancor oggi la città europea con la maggior percentuale di popolazione ebraica.

Danneggiata gravemente durante l'assedio sovietico dell'inizio del 1945, la città fu ricostruita nel dopoguerra. Nel 1956 la città fu uno dei maggiori teatri della rivolta d'Ungheria e dei conseguenti scontri tra la popolazione e le truppe sovietiche, che portarono alla sconfitta degli insorti e alla repressione.
Negli anni sessanta, la capitale divenne in qualche modo una vetrina delle politiche più pragmatiche intraprese dal governo del Paese dopo i fatti del 1956.
Dopo la caduta del regime comunista (1989), Budapest ha riallacciato i suoi tradizionali legami economici e culturali con l'Europa occidentale, ponendosi come capofila nel tumultuoso passaggio al capitalismo dei Paesi centro europei ex socialisti.
A partire dagli anni novanta, seguendo una linea di tendenza comune a tutta l'Ungheria, Budapest ha subito un calo demografico causato dall'emigrazione e dalla decrescita naturale della popolazione.

Nel XXI secolo, Budapest è diventata una metropoli internazionale ed è una popolare destinazione turistica: nel 2011, la capitale ungherese è stata la 25ª città più visitata del mondo.

 

 

    Foto Andrea Pucci

 

 

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