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Foto By BEPPE © 2014
Fu progettata nel 1615 dall'architetto Ascanio Vitozzi, progettista del
Palazzo Reale di Torino, come una sontuosa residenza di campagna con
vigneti, ma morì nello stesso anno, venne allora realizzata dagli architetti
Carlo e Amedeo di Castellamonte su commissione del cardinale Maurizio di
Savoia, secondogenito del duca Carlo Emanuele I nonché fratello del duca
Vittorio Amedeo I. Il cardinale era un uomo di grande cultura che rinunciò
successivamente alla porpora cardinalizia per vivere in questa villa con la
nipote Ludovica Maria di Savoia la quale nel 1642, all'età di 13 anni (lui
quarantanovenne), era diventata sua moglie.
Il nome attuale del complesso è giustificato dal fatto che fu la dimora
preferita di due regine mogli di regnanti sabaudi, Anna Maria di Orléans e
Maria Antonia Ferdinanda di Spagna (spose rispettivamente di Vittorio Amedeo
II e Vittorio Amedeo III). In particolare la Villa era considerata il
“giardino segreto” di Anna di Orleans, dove ella consumava le sue passioni
amorose clandestine. Circolava addirittura una leggenda secondo cui la
regina, per evitare gli scandali, nascondesse i suoi amanti in una botola
segreta che conduceva in un tunnel così ripido che questi morivano tutti per
sfracellamento. La Regina “mantide” Anna morì nella Villa nel 1728.
Con il trasferimento di corte sabauda a seguito della donazione fatta dal re
Vittorio Emanuele II nel 1868, il 4 luglio 1869 divenne la sede
dell'Istituto Nazionale delle Figlie degli Ufficiali che combatterono
durante le Guerre di indipendenza italiane.
Durante il regno di Umberto I diversi arredi furono trasferiti al Palazzo
del Quirinale, tra cui la celebre libreria eseguita dall'ebanista Pietro
Piffetti.
Colpita dai bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale, la
Villa ha conosciuto in seguito un lungo degrado, durante il quale i suoi
esterni furono ricoperti con accumuli di vegetazione infestante che
arrivarono fino ad un volume di 400.000 metri cubi di piante. A tale
situazione si è posto rimedio a partire dal 1994, anno della presa in
gestione da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del
Piemonte.
Nel giardino è stata riportata in vita la vigna, così che nel 2008 è stato
possibile eseguire la prima vendemmia di Freisa.
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