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Foto: Federico © 2016
VAL THURAS Non ci si arriva per caso in questa valle. Bisogna proprio andarsela a cercare fuori mano com'è, nascosta dietro ai Monti della Luna: occorre seguire l'indicazione che guida su una piccola strada che superato un breve dislivello conduce alla frazione di Thures dove la valle si apre alla vista. La valle prende l’avvio a Bousson oltre Cesana, in alta val di Susa. I monti posti sulla sua sinistra orografica confinano con la valle francese della Cerveyrette, mentre quelli all’opposto, una lunga serie di cime tutte oltre i 3000 mt, la separano dalla valle Argentera. Da Rhuilles sino al fondo, la valle è percorsa da un’interminabile ex strada militare sterrata che oltre Thuras, il nuovo ponte sul torrente e l’alpeggio, diventa assai rovinata per le colature che l’attraversano e per il continuo ruscellamento a cui è sottoposta priva com’è oggi di qualsiasi manutenzione. Bella selvaggia, assai movimentata nella prima parte, oltre le grange Thuras Superiori, quando il bosco termina, diventa più monotona verso il fondo dove emerge il piatto colle di Thuras che permette di comunicare con il Queyras francese. Incertezza regna anche sul suo vero nome: Val Thuras o Valle del Thuras in riferimento al nome del torrente che la percorre oppure Valle di Thures o Val Thures dal nome della frazione più importante: tutti questi toponimi risultano in uso, tuttavia essendo un sito di interesse comunitario il toponimo che la definisce presso le istituzioni europee è Val Thuras. Il sito si estende su una superficie di 981 ha sul versante in destra idrografica del torrente Thuras che dal fondovalle, all’incirca tra l’abitato di Rhuilles ed il ponte Ciatagnera, giunge fino alla linea di spartiacque con la valle Argentera. La valle di Thuras offre spunti per percorsi idrogeologici, sia per la sua formazione sospesa in alto rispetto alla valle principale di Cesana, a U incisa, con versanti scoscesi e depositi morenici ai lati, sia per la qualità del substrato calcareo, da cui si origina uno dei suoi habitat prioritari, quello delle sorgenti pietrificanti con formazione di travertino e per la presenza di sorgenti calde ferruginose, evidenti anche per il colore tipico rossastro che assumono alcuni rii. Ci sono altri 2 habitat prioritari, tra i 12 della direttiva, che caratterizzano questo sito: le formazioni di Pino mugo e Arctostaphylos uva-ursi, che si sviluppano sui macereti e le aree di deposito detritico, e il bosco di Pino uncinato su substrato calcareo. Nel fondovalle sono inoltre presenti delle zone umide, vicino all’abitato di Rhuilles, e vegetazione riparia a Salix eleagnos lungo il torrente Thuras. La cresta di spartiacque con la Valle Argentera è dominata dalle cime del Monte Furgon, Punta Muta, Monte Gran Roc, Roc del Boucher e Punta Ciatagnera, tutte vette sopra i 3000 metri in cui dominano habitat rocciosi di ghiaioni calcarei a Thlaspietea rotundifolii e pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica come Potentilletalia caulescentis. Sono oltre 350 le specie botaniche censite in poco meno di 1000 ettari, tra cui rari endemismi come Campanula cenisia, Campanula alpestris, Brassica repanda e Veronica allioni. A livello avifaunistico sono oltre 80 le specie segnalate, tra cui tetraonidi come il Gallo forcello e la Pernice bianca o rapaci come l’Aquila e il Gufo reale. Le antiche borgate in abbandono sono attualmente oggetto di accurato recupero e stanno rinascendo davvero belle mantenendo tutti i caratteri dell'architettura alpina tipica dei luoghi.
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