TORINO JAZZ FESTIVAL 2016
ROY PACI ORCHESTRA DEL FUOCO - FEAT. HINDI ZAHRA
Roy Paci, tromba, flicorno, direzione - Rodrigo D’Erasmo, Elena Floris, violini - Maria Vicentini, viola - Mattia Boschi, violoncello
- Guglielmo Pagnozzi, sassofono contralto, clarinetto
- Vincenzo Presta, sassofono tenore, clarinetto - Marco Motta, sassofono baritono, piccolo - Massimo Marcer, Stefano Cocon, trombe,
flicorni - Giorgio Giovannini, trombone, trombone basso - Vito Scavo, trombone, mellophone - Giulio Rosa, tuba - Fabio Giachino, piano,
fender rhodes - Gabriele Boggio Ferraris, vibrafono - John Lui, chitarre, programming - Gabriele Lazzarotti, basso elettrico - Zeno De
Rossi, batteria - Itaiata De Sà, percussioni.
“Sono felice di ritornare al TJF con un progetto diverso, questo fa
parte della mia natura di musicista che non conosce barriere. Ad
accompagnare la mia Orchestra del Fuoco ci sarà Hindi Zahra che
io considero una cantante unica, con una versatilità eccezionale
e un grande senso dell’ensemble. Usa la voce come se fosse uno
strumento musicale e questo non è affatto scontato. L’incontro
fra la sua voce e l’orchestra sarà uno spettacolo da non perdere.”
Roy Paci
Roy Paci, trombettista, compositore, arrangiatore e cantante,
non ha bisogno di presentazioni. Si è esibito al TJF nel 2013 con il
suo progetto CorLeone.
Creata da Paci nel 2012, l’Orchestra del Fuoco, composta da
musicisti scelti per la loro capacità di spaziare tra i generi, si
è esibita per la prima volta in occasione dell’accensione della Fòcara, il falò più alto del Mediterraneo con i suoi venticinque
metri di diametro e trenta di altezza, per i festeggiamenti di
S. Antonio Abate a Novoli, in provincia di Lecce. Fuoco, dal greco
phos, ossia luce. Fuoco caldo come le impetuose percussioni
e la combustione innescata da fiati squillanti e ritmiche
fiammanti.
Un’orchestra capace di scaldare i cuori, di trascinare
lo spettatore in un vortice danzante degno del fuoco.
I critici francesi che ne hanno decretato il successo la chiamano
«la Patti Smith del deserto»; ma a parte la somiglianza fisica e un
comune spirito rock, le muse che ispirano Hindi Zahra spaziano
dalla musica tradizionale berbera della sua terra d’origine a
quelle indiane ed egiziane, fino al rock psichedelico, al reggae, al
soul, in uno stile che altri hanno definito un «blues del deserto».
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Foto di Simone Cecchetti
Foto Torino Jazz
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