Chiesa dei Santi Martiri
È dedicata ai più antichi patroni di Torino: i santi martiri Avventore, Ottavio e Solutore e ne custodisce le loro reliquie fin dal 1584.
La chiesa suggella l’alleanza del duca Emanuele Filiberto I di Savoia, presente alla posa della prima pietra nel 1577, e i Gesuiti, chiamati a Torino negli anni Sessanta del Cinquecento a dirigere un collegio nell’Isola di San Paolo, tra le antiche vie di Dora Grossa (oggi Garibaldi) e dei Guardinfanti (oggi Barbaroux).
Edificata su progetto attribuito a Pellegrino Tibaldi (1527 – 1596), la fine della costruzione è attestata (cupola esclusa) da un documento del 1612.
Interno chiesa dei Santi Martiri a TorinoL’interno è a navata unica, con quattro cappelle laterali, due per parte, poco profonde, ma riccamente dotate.
Sono intitolate all’Immacolata, a san Paolo - la più antica, già terminata nel 1584 -, san Francesco Saverio e sant’Ignazio, ovvero i santi più importanti della Compagnia di Gesù.
Verso il 1680 il padre gesuita Andrea Pozzo (1642 – 1709), pittore ed architetto, ne affresca la volta ma della sua opera sono rimasti solo due particolari (superstiti gli angeli accanto all’organo) ed il resto è sostituito dall'opera di Luigi Vacca nel XIX secolo.
Il coro è decorato verso il 1630 con gli affreschi di Isidoro Bianchi di Campione d'Italia.
Dopo l’assedio del 1706, l’area del presbiterio è ristrutturata radicalmente su progetti di Carlo Giulio Quadro (coro, cupola e campanile).
Filippo Juvarra progetta l’altare maggiore e, nella nuova sacrestia, l’altare di Sant’Ignazio ed il lavabo (1733 – 1734). Bernardo Antonio Vittone cura la nuova pavimentazione marmorea del presbiterio ed il restauro della facciata (1768 – 1770).
Nella chiesa sono sepolti tre illustri personaggi della storia della città di Torino: il filosofo conservatore savoiardo Joseph de Maistre (1753-1821), Giovanni Francesco Bellezia, coraggioso sindaco della città all'epoca della tremenda peste del 1630, e Giovanni Botero, prete e autore del cinquecentesco trattato Della ragion di Stato.
Un importante restauro si è concluso nel 2000.
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