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Foto: BEPPE © 2015
Nuovo Museo Egizio di Torino Il museo dedicato all’arte egizia più antico del mondo e che ospita la seconda collezione per ampiezza dopo quella del Cairo. Non è quindi un caso se Jean-François Champollion, decifratore dei geroglifici egizi giunto a Torino nel 1824 scrisse che “La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”. Diecimila metri quadri in cui i reperti sono disposti in sequenza cronologica, su quattro piani ed esposti in percorsi a tema. Oltre 200 papiri lungo un percorso di 18 m, la Galleria dei Sarcofagi con 35 pezzi finemente decorati oltre a quello di Kha. Vetrine ospitano ben 3500 reperti (suddivisi in classi di materiali diversi, legni, vetri, ceramiche) dei 50mila posseduti ma anche antichi affreschi presenti nelle sale del 1° piano, riemersi dopo 200 anni sotto 5 mani di pittura e ora recuperati. Preziose testimonianze di specifiche epoche e luoghi dell’antica storia egizia ma nello stesso tempo il risultato di una pratica di esplorazione, scavo e acquisizione. Le collezioni egizie di Torino vantano una storia lunga e illustre. Il primo oggetto, la Mensa Isiaca, di epoca romana, fu acquistato nel 1628. Oltre un secolo dopo, Carlo Emanuele III incaricò il botanico Vitaliano Donati dell'acquisto di ulteriori antichità egizie. Assieme ad un'altra piccola collezione donata da Vittorio Amedeo, questo nucleo fu in un primo momento alloggiato ed esposto nel Museo dell'Università in via Po, sede dell'attuale Rettorato. L'istituzione ufficiale del Museo risale al 1824 in coincidenza con l'acquisizione della ricca collezione di Bernardino Drovetti, piemontese, console in Egitto che vendette al re Carlo Felice oltre 5200 oggetti (statue, papiri, stele, sarcofagi, mummie). Dal 1894 ne fu direttore Ernesto Schiapparelli che condusse importanti campagne di scavi. Si sono aggiunti nel tempo ulteriori acquisti e doni tra cui spicca il piccolo complesso del Tempio di Ellesija, donato nel 1966 dall'Egitto per il sostegno fornito nella tutela dei monumenti nubiani. Numerosi sono gli oggetti di eccezionale valore esposti; ricordiamo il Telo di lino, risalente al periodo predinastico (4300-3700 a.C.), la Tomba di Kha e Merit, scoperta durante la spedizione archeolologica condotta da Schiapparelli nel 1906, databile al 2400 a.C., il papiro regio (1292-1186 a.C.), uno dei più importanti documenti storici sulla civiltà egizia contenente un elenco di tutti i Re, dalla fondazione alla XVII Dinastia Nuovo Regno (dal 1620 al 1535 a.C. circa). Nel museo sono inoltre conservate la statua in diorite di Re Ramesse II (1279-1213 a.C.), proveniente da Tebe e nota come il ritratto capolavoro del faraone egizio più famoso e più longevo, e la Sfinge in arenaria (1292-1186 a.C.) ritrovata a Karnak. Il percorso espositivo è frutto di successivi interventi. Di recente realizzazione è lo Statuario, progettato dallo scenografo Dante Ferretti. Sono esposti sfingi, sarcofagi, tavole d'offerta, elementi architettonici e, soprattutto, le statue monumentali che ritraggono alcuni dei più importanti faraoni e le divinità Ptah, Amon, Hathor e Sekhmet.
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