MUSEO ACCORSI-OMETTO
PIETRO
ACCORSI
Pietro Accorsi Nato a Torino il 25 ottobre 1891, dotato di grande spirito artistico che lo rese famoso e stimato
in Italia e all’estero. La sua storia inizia infatti all’età di diciotto anni quando, grazie a un prestito,
comincia la sua febbrile ricerca ovunque lo portasse il suo straordinario fiuto per gli oggetti di prestigio. A
vent’anni, già famoso e apprezzato, comincia a comprare pezzo dopo pezzo il palazzo della sua gioventù per farne
il fulcro della sua attività.
In settant’anni di lavoro, Accorsi ha recuperato opere d’arte smembrate e disperse ed è stato fidato consulente di
collezionisti, mercanti, istituzioni d’ogni nazionalità.
“Se potessimo rimettere insieme tutto ciò che mi è passato per le mani, non basterebbe Piazza Vittorio a
contenerlo”, era solito dire l’antiquario.
Memorabili le vicende legate alla storia della celeberrima Collezione Trivulzio Belgioioso di Milano.
Nel 1935 Accorsi, dietro mandato dell’Ente e del Museo di Palazzo Madama di Torino e con l’appoggio dell’allora
Principe di Piemonte, Umberto di Savoia, acquista la Collezione Trivulzio. La notizia viene diffusa dai giornali
provocando addirittura l’interessamento di Mussolini, che ingiunge all’antiquario di non spostare la raccolta da
Milano. Accorsi acconsente, chiedendo però in cambio per la Città di Torino, come risarcimento della rescissione
contrattuale, il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina e la seconda parte delle Très belles heures del duca di
Berry, miniate da Jan van Eyck. Grazie alla sagacia di Pietro Accorsi queste opere fanno oggi parte del Museo
Civico di Torino e ne costituiscono il vanto.
Dopo la sua morte, il 16 ottobre 1982, per sua volontà, è stata costituita il 25 gennaio 1983 la "Fondazione
Pietro Accorsi", di cui Giulio Ometto è il Presidente, mentre nel dicembre 1999 è stato inaugurato l’omonimo
Museo.
Il Museo Accorsi accoglie l’intera collezione appartenuta all’antiquario.
GIULIO OMETTO
Giulio Ometto, nato a Legnago, in provincia di Verona, si trasferisce con la famiglia a Bra, dove frequenta le
scuole elementari e medie. Inizia gli studi superiori all’Istituto tecnico industriale di Savigliano e li completa
a Torino. Nonostante la sua formazione tecnica, fortemente voluta dal padre, Ometto coltiva un interesse spiccato
per l’arte, che si trasforma in vera e propria passione, spingendolo a trascorrere intere giornate all’interno
dei musei.
In occasione della grande mostra dedicata al Barocco Piemontese, nel 1963 conosce Pietro Accorsi a Torino e
collabora con lui per 19 anni, fino alla scomparsa del grande antiquario. Durante gli ultimi anni, il suo
contributo è fondamentale per lo sviluppo e la crescita della galleria di antichità di Pietro Accorsi, che portava
anche il suo nome.
Dal 1983 è presidente a vita della Fondazione, costituita per volontà di Accorsi, che scrive nel suo testamento:
“Grazie al tuo sapere e al tuo gusto, quanto farai per Torino sarà una cosa stupenda”. Da questo momento Giulio
Ometto dirige sapientemente il restauro di Palazzo Accorsi ed è l’artefice della messa a punto dei locali
destinati al Museo e degli immobili della Fondazione.
Con l’inaugurazione e apertura al pubblico del Museo di Arti Decorative, nel dicembre 1999, Giulio Ometto rende le
collezioni di Accorsi accessibili al pubblico, ma non solo: il Presidente a vita, infatti, ha saputo gestire il
patrimonio lasciato da Accorsi alla Fondazione, riuscendo non solo a tenere “vivo” il Museo, ma anche ad
organizzare mostre e a portare avanti una serie di acquisizioni atte soprattutto a completare le collezioni.
“Accorsi mi lasciò, alla sua scomparsa, il compito di predisporre un museo che potesse ospitare le sue collezioni
d’arte; lo volle come un atto d’amore per la sua città. Oggi è una casa museo arredata secondo il suo ed il mio
gusto”, scriveva Ometto anni fa, consapevole che la salvaguardia della memoria artistica andasse portata avanti di
pari passo con il diffondere l’immagine dell’operato di Accorsi.
Foto Beppe
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