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Foto: beppe © 2017
LO SCRIGNO DEL CARDINALE GUALA BICCHIERI collezionista di arte gotica tra Vercelli, Limoges, Parigi e Londra A cura di Simonetta Castronovo e Christine Descatoire A novecento anni esatti dalla riconferma della Magna Charta, siglata a Bristol l’11 novembre 1216 su iniziativa del cardinale Guala Bicchieri, Palazzo Madama presenta, in collaborazione con il Musée de Cluny di Parigi, Lo scrigno del Cardinale, una mostra dedicata alla figura del prelato vercellese, appassionato collezionista di arte gotica all’inizio del 1200. L’esposizione illustra le principali opere giunte sino a noi di questa preziosa collezione: gli smalti di Limoges, di cui troviamo esposti sedici esemplari, le opere di Limoges con decorazione profana del Musée de Cluny, tra cui un piccolo capolavoro del gotico di inizio del 1200 (la scatola con scene cortesi dell’abbazia di Saint-Martial di Limoges, su cui sono raffigurati i diversi momenti della conquista amorosa secondo l’etica cavalleresca), un codice miniato di origine germanica della Biblioteca Nazionale di Torino (a testimonianza della ricca collezione di manoscritti del cardinale che contava 118 codici) e un coltello eucaristico, tesoro di oreficeria in uso soprattutto in età paleocristiana e nella liturgia ortodossa. La mostra si conclude con un approfondimento sulla fortuna di queste opere nell’Ottocento presso i collezionisti, gli architetti-restauratori e le Scuole Professionali, in linea con quella riscoperta del Medioevo che caratterizzò la cultura non solo piemontese, ma anche nazionale ed europea del periodo, e sul tema dei falsi, oreficerie in stile di Limoges, attraverso l’esposizione di disegni, lettere e fotografie riguardanti il cofano di Guala Bicchieri accanto a calchi in gesso e copie in ottone degli esemplari originali del XIII secolo. Dopo la tappa parigina al Musée de Cluny, l’esposizione sulla figura di Guala Bicchieri approda a Palazzo Madama da venerdì 11 novembre 2016 a lunedì 6 febbraio 2017. Guala Bicchieri, nato a Vercelli (1150 circa - 1227), divenne prima canonico nella cattedrale di Sant’Eusebio, poi cardinale nel 1205, e iniziò da questa data un’importante carriera di diplomatico e “ministro degli esteri” del pontefice Innocenzo III. Le legazioni a Parigi, Limoges e presso le abbazie di Corbie e Clairvaux in Francia (1208), quindi la lunga permanenza in Inghilterra (1216-1218) come reggente del regno insieme a William conte di Pembroke – dopo la morte di Giovanni Senza Terra e durante la minore età di Enrico III Plantageneto -, impegnato a fronteggiare le mire espansionistiche di Luigi VIII di Francia, gli permisero di venire a contatto con i principali centri dell’arte gotica dell’Europa settentrionale e di costituire una collezione straordinaria di oreficerie, smalti di Limoges, paramenti sacri, reliquiari e codici miniati in maggioranza di produzione nordica: un tesoro poi donato per legato testamentario all’abbazia di canonici agostiniani di Sant’Andrea di Vercelli, fondata da Guala Bicchieri stesso nel 1219, un cantiere ambizioso - la prima fabbrica gotica edificata in Italia - nella quale vennero coinvolte maestranze emiliane formatesi con Benedetto Antelami e maestranze francesi, legata strettamente all’abbazia di Saint-Victor a Parigi, da cui provenne anche il primo abate, il teologo francese Tommaso Gallo. La mostra è articolata in diverse sezioni con un focus didattico sulla vita di Guala Bicchieri, i suoi viaggi attraverso l’Europa settentrionale, le committenze a Vercelli e a Roma nella chiesa di San Martino ai Monti, arricchito da alcuni documenti duecenteschi che descrivono la consistenza delle raccolte del prelato. Quindi, il percorso illustra le principali opere sopravvissute di questa raccolta preziosa: oltre agli smalti di Limoges - in tutto una ventina (tra cui il grande cofano di Palazzo Madama – capolavoro acquistato da Città di Torino e Regione Piemonte nel 2004 -, il cofanetto del Museo Camillo Leone di Vercelli e un gruppo di dodici medaglioni con animali e creature fantastiche, già decoranti uno degli scrigni del cardinale, poi reimpiegati sul coro rinascimentale di Biella) - anche un manoscritto miniato di area renana, testimonianza della ricca biblioteca del cardinale che contava 118 codici, e un rarissimo coltello eucaristico-reliquiario, il cui manico è decorato con le raffigurazioni dei lavori dei Mesi. Una vetrina sarà dedicata alle opere del Musée de Cluny: placchette in metallo traforato, medaglioni con animali e scene cortesi, tutte prodotte a Limoges nel corso del Duecento, a documentare il contesto in cui vanno inseriti il cofano di Guala Bicchieri di Palazzo Madama e il cofanetto di Vercelli, e il grande successo dei soggetti iconografici profani nell’Europa medievale. Una terza sezione sarà dedicata al tema della diffusione dell’oreficeria di Limoges, sacra e profana, in Piemonte e Valle d’Aosta: con opere del Museo Civico e alcuni importanti prestiti di collezionisti privati. L’ultima sezione racconterà la fortuna degli smalti di Guala Bicchieri nell’Ottocento presso collezionisti, studiosi e architetti, in linea con la riscoperta del Medioevo che caratterizzò la cultura piemontese, ma anche nazionale ed europea, nella seconda metà del XIX secolo. E quindi il tema dei falsi, oreficerie in stile di Limoges realizzate da restauratori e docenti delle Scuole Professionali del territorio. Attraverso l’esposizione di disegni, lettere e fotografie riguardanti il cofano di Guala Bicchieri; accanto a calchi in gesso e copie in ottone degli esemplari originali del XIII secolo. La mostra si inserisce tra le iniziative della Rete europea dei musei di arte medievale, un network nato nel 2014 e che riunisce, oltre a Palazzo Madama, il Musée de Cluny di Parigi - museo fondatore -, il Bargello di Firenze, lo Schnütgen Museum di Colonia, il Museo Diocesano di Vic in Catalogna, il Musée Mayer van den Bergh di Anversa e il Catharijnconvent di Utrecht.
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