LA CAMERA DI VETRO
Un nuovo allestimento per Palazzo Madama
A partire dal 19 marzo 2016 Palazzo Madama presenta al pubblico la Camera di Vetro, la nuova sala
per le arti decorative al secondo piano del museo, interamente progettata e realizzata grazie al
generoso contributo di Rotary Club Torino, sponsor unico del nuovo allestimento.
Il progetto ha visto coinvolti, accanto allo staff del museo, lo studio “Officina delle Idee” e il Rotary
Club Torino, che ha seguito costantemente e in prima persona lo sviluppo dei lavori.
La nuova sala è il risultato di un attento studio di progettazione e riallestimento di “Sala Vetri e
Avori”, spazio del museo storicamente dedicato all’esposizione della raccolta di oreficerie
medievali, bronzetti rinascimentali, smalti, vetri soffiati, avori intagliati e della straordinaria
collezione di vetri dipinti e vetri a oro graffiti.
Il nuovo progetto ha permesso di trasformare questa sala da galleria espositiva di tante tipologie
tecniche differenti a sala tematica dedicata essenzialmente al vetro, presentato in tutte le sue
declinazioni.
L’allestimento, che ha raccolto suggestioni dalle gallerie del vetro del Museo del Vetro di Murano,
del Musée des Arts decoratifs di Parigi e del Victoria and Albert Museum di Londra, racconta la storia
di questo materiale così versatile attraverso le opere, la presentazione dei componenti e degli
strumenti impiegati dall’antichità a oggi per la sua fabbricazione. Il risultato è una vera e propria
Wunderkammer del vetro, un luogo scintillante e carico di suggestioni.
Il progetto ha comportato un intervento di rifunzionalizzazione delle originali vetrine in radica di
noce del 1933 - volute appositamente per questa sala dall’allora direttore Vittorio Viale - e un
innovativo studio dei piani di appoggio, dell’apparato illuminotecnico e della grafica,
completamente rinnovata e arricchita da nuovi apparati narrativi che contribuiscono ad accentuare
l’aspetto emotivo e educativo della visita.
All’interno della nuova Sala Vetri si intrecciano due percorsi di visita, alternativi e tra loro
complementari.
Il primo racconta la storia del vetro soffiato, attraverso vetrine dedicate alle tecniche di
fabbricazione - dalla soffiatura e colorazione del vetro, ai procedimenti più specifici, come la pittura
su vetro, il vetro lattimo o il vetro millefiori – e vetrine cronologiche che presentano la collezione del
museo ordinata per epoche: l’antichità, il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco, lo Storicismo.
Il secondo percorso di visita approfondisce quattro particolari tipologie di vetro antico: il vetro a
oro - di cui si indagano gli usi in diversi contesti, nei gioielli, nelle opere devozionali, nei mobili – la
vetrata, lo smalto champlevé e lo smalto dipinto.
A chiudere la sala una grande vetrina contenente opere in avorio e osso, con approfondimenti sulle
tecniche di lavorazione di questi materiali e la presentazione di alcuni significativi esemplari.
Molti i capolavori presenti nel percorso appartenenti alla collezione di vetri dipinti e dorati del
museo, che attualmente costituisce la più ricca raccolta in Italia e una delle più importanti al
mondo per valore storico e artistico. Donata al museo da Emanuele Taparelli d’Azeglio – grande
collezionista di arti decorative e direttore del Museo Civico di Torino fino al 1890 – questa collezione
conta oggi 190 esemplari dal XIII al XVIII secolo.
Il progetto ha consentito anche la riscoperta e l’inserimento in sala di due opere eccezionali,
entrambe assolute novità, a deposito da più di 30 anni e restaurate appositamente per il nuovo
allestimento.
Innanzitutto il Reliquiario-acquasantino della seconda metà del XVII secolo, un pezzo rarissimo
acquistato dal museo nel 1881 per volere del direttore Emanuele d’Azeglio e poi subito inviato a
Murano, presso la Compagnia Venezia Murano, per essere restaurato.
L’opera presenta un tipo di decoro, con boquets di fiori colorati in vetro, documentato nel Seicento
a Venezia soprattutto per le cornici di grandi specchiere ma difficilmente presente in arredi sacri e
reliquiari di questa tipologia.
Il nuovo allestimento è inoltre impreziosito dallo spettacolare Lampadario che domina il centro
della sala. Acquistato da Città di Torino nel 1928, appartiene alla tipologia del celebre lampadario
ideato da Giuseppe Briati per Ca’ Rezzonico a Venezia intorno al 1750, nato come risposta veneziana
ai lampadari boemi a pendagli sfaccettati. L’esemplare esposto a Palazzo Madama - a 16 bracci e 24
luci - presenta una moltitudine di fiori, foglie e campane in cristallo senza policromia, con la
particolarità di avere tutti i bracci metallici interamente rivestiti da elementi tubolari in cristallo
disposti a catena, che nascondono la struttura metallica sottostante e contribuiscono ulteriormente
all’effetto spettacolare dell’insieme.
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