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Foto: BEPPE © 2015
Nel 1578 il
duca Emanuele Filiberto di Savoia concede la costituzione
dell’Arciconfraternita di San Giovanni Battista Decollato o della
Misericordia, dedita all’assistenza materiale e spirituale dei carcerati e
dei condannati a morte.
Sin dai primi anni di attività istituzionale, l’Arciconfraternita diviene di
riferimento per le altre confraternite sorte sul finire del XVI secolo a
Torino e in Piemonte. Nel 1718 la Confraternita acquista la chiesa
appartenuta al convento delle monache di Santa Croce e dal 1720 vi si
insedia, intitolandola a San Giovanni Battista Decollato. Nel 1726 è aperta
la strada di collegamento con la via Dora Grossa (attuale via Garibaldi) di
cui la chiesa costituisce fondale architettonico.
L’edificio attuale è frutto di un progetto dell’architetto Filippo Nicolis
di Robilant che risale al 1751. In quell’anno, a causa di dissesti statici,
si decide infatti di reimpostare la chiesa in forme barocche caratterizzata
da un sistema di volte traforate che si susseguono a coprire l’aula unica e
la illuminano scenograficamente. La cosiddetta ‘immagine luministica
originaria’ della chiesa è oggi ripristinata e valorizzata dal primo lotto
di lavori di restauro finanziato dalla Compagnia di San Paolo nel 2009. Due
fasce voltate a botte e aperte da finestre sopra al piano di imposta
raccordano la volta a vela forata con fondo centrale, alla cupola ellittica
e al catino absidale decorato con le virtù teologali: Fede, Speranza e
Carità. La cupola ellittica, elemento caratterizzante il sistema voltato, si
imposta su un tamburo finestrato scandito da dodici lesene da cui si
dipartono le fasce che definiscono la stella centrale, in cui splende un
affresco di Mattia Franceschini, allievo del Beaumont. Con il secondo lotto
di restauri, nel 2012 si riporta la pavimentazione originaria in pietra di
Barge, inserendo un innovativo impianto di riscaldamento geotermico a
pavimento. Con il terzo lotto si interviene sull'Aula Capitolare,
restaurando affreschi, stucchi, pavimenti e armadiate.
L’altare maggiore in marmi policromi risale al 1792 e si deve ad un progetto
di Francesco Benedetto Ferroggio. La pala dell'altar maggiore, separata
dalla mensa e collocata sulla parete di fondo, rappresenta la decollazione
di San Giovanni Battista ed è attribuita a Federico Zuccari. A lato della
pala due grandi quadri di Felice Cervetti, allievo del Beaumont,
rappresentano la predicazione di San Giovanni Battista e il battesimo del
Giordano..
La cappella laterale sinistra è dedicata a san Giovanni Nepomuceno,
rappresentato in una grande pala di Francesco Beaumont in contemplazione
della Vergine. Ornano i lati della cappella due tele di Vittorio Amedeo
Rapous, allievo del Beaumont, dedicate all’Annunciazione e all’Assunzione.
Due piccoli quadri di allievi del Rapous, sotto le tele del maestro,
illustrano la condanna a morte di san Giovanni Nepomuceno e la sua morte
nella Moldava. La cappella laterale destra - detta del Crocifisso o dei
Condannati, stante la presenza di un pozzo tombale, in cui vennero deposti
numerosi condannati a morte - accoglie un importante crocifisso ligneo
attribuito a Stefano Maria Clemente. Ornano i lati dell'altare destro due
grandi quadri secenteschi rappresentanti l'Ecce Homo e due piccole tele
raffiguranti la testa di san Giovanni Battista, elemento caratterizzante di
tutta la chiesa. Agli anni Trenta del Settecento risalgono le due statue
lignee di Carlo Giuseppe Plura che ornano l’ingresso alla chiesa e che
rappresentano la Vergine Addolorata e un Angelo: facevano parte di una
macchina processionale utilizzata nelle processioni del Venerdì Santo.
La facciata della chiesa, opera marcatamente neoclassica di Gaetano Lombardi
(1828), è definita da quattro colonne ioniche che reggono un timpano
triangolare dentellato e sono poggiate su un alto stilobate. Il colore
grigio degli elementi architettonici realizzati in pietra di Malanaggio,
spicca sul piano di fondo chiaro.
Dopo un’attività ininterrotta per più di due secoli, dal 1817 la
Misericordia entra ufficialmente nell’amministrazione delle carceri grazie
all’intervento di personalità del mondo cattolico piemontese di forte
rilievo quali per esempio, solo per ricordare le più note, Francesco Faà di
Bruno, la marchesa Giulia di Barolo, san Giovanni Cafasso, i canonici
Borsarelli di Riffredo e Pelletta. Inoltre vale qui segnalare che nel corso
dei secoli al ramo femminile dell’Arciconfraternita aderiscono tutte le
principesse del casato sabaudo.
Con la riforma delle Opere Pie, avvenuta dopo l’unità d’Italia del 1861,
l'Arciconfraternita della Misericordia continua la sua attività
assistenziale a favore dei condannati a morte, dei carcerati e degli ex
detenuti nelle forme precedentemente svolte; tale attività a favore dei
carcerati continua tuttora. La Misericordia svolge altresì un'intensa
attività culturale, organizzando cicli annuali di conferenze, meditazioni
musicali e mostre. Ogni domenica ed ogni festa di precetto si celebra la
messa nella forma straordinaria del Rito romano (in latino e con canto
gregoriano secondo il Messale del 1962), autorizzata fin dal 1989 dal card.
Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino.
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