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Foto: beppe © 2016


PROGETTO "BICICLABILE": DISABILI RIMETTONO A NUOVO BICICLETTE ABBANDONATE

Prendere biciclette abbandonate dal deposito della Polizia municipale, portarle in officina e riparare freni, oliare catene, regolare cambi, eliminare la ruggine dai telai ed effettuare tutti quei piccoli interventi che servono a metterle di nuovo in strada pienamente funzionanti.

 Poi, una volta rimesse a posto, una parte delle due ruote andrà ai servizi sociali e sanitari per essere impiegata in attività di reinserimento di persone in difficoltà, mentre un'altra sarà rivenduta e il ricavato usato per finanziare BiciclAbile: un progetto della Direzione Politiche sociali della Città di Torino che offrirà a disabili l'opportunità di lavorare al ricondizionamento delle bici senza più proprietario. L'iniziativa ha ottenuto questa mattina il via libera dall'esecutivo di Palazzo Civico, che ha approvato una deliberazione presentata dal vicesindaco Elide Tisi, di concerto con gli assessori Giuliana Tedesco (Polizia municipale) ed Enzo Lavolta (Ambiente). "Riparare biciclette abbandonate - spiega il vicesindaco Elide Tisi - diventa un'occasione d'esperienza lavorativa per disabili inseriti nei centri diurni comunali L'Orologio, El Duende, Artemista e Casa di Zenzero, offrendo loro l'opportunità di dare un contributo utile all'interno di un contesto socializzante".

Due tecnici volontari, artigiani titolari di un negozio e di una officina di riparazione, metteranno a disposizione la loro attrezzatura, il loro tempo e le loro competenze per insegnare ai ragazzi disabili a riparare una bici malfunzionante e a ridarle un aspetto curato in ogni dettaglio.

"Il progetto BiciclAbile - aggiunge Tisi - consente di recuperare, senza costi per la Città, biciclette che potranno essere donate a persone in situazione di particolare difficoltà, come i senza dimora che frequentano i dormitori cittadini, e a chi riceve sostegno dai servizi territoriali o da organizzazioni di volontariato".

Torino, 16 Novembre 2016

Le prime trenta bici rigenerate sono tornate in strada, in occasione di un incontro di presentazione avvenuto stamani tra la Città di Torino, gli assessori Schellino, Lapietra e Giannuzzi, le associazioni che hanno contribuito al progetto e le persone coinvolte. Il tutto alla bottega artigiana La Bici, luogo dov’è partito il progetto pilota grazie alla disponibilità dei due gestori, Federico e Francesco.Le bici saranno donate alla pastorale dei migranti, che le metterà a disposizione dei nuovi arrivati a Torino, che troppo spesso non sanno come muoversi in città, pur essendo inseriti in progetti che richiedono loro di spostarsi sul tessuto urbano.

Giovanni Calabrese, funzionario della direzione Servizi Sociali del Comune di Torino è tra quelli che hanno contribuito di più al percorso, che «nasce dall’idea di una referente delle cooperative con cui lavoriamo. Abbiamo preso contatti con i vigili urbani, con la Città e con tutti quei soggetti che potevano beneficiarne. Questo è il progetto ma vogliamo riconfermarlo».

«E’ molto bello il fatto che dei rottami vengano trasformati in qualcosa di nuovamente utile – commenta l’assessora alle Politiche Sociali di Torino, Sonia Schellino – utilizzando una manodopera molto particolare, quella di persone in difficoltà, che in questo modo imparano un mestiere, si sentono utili e nella parte viva della comunità. Il tutto con biciclette che altrimenti sarebbero lasciate ad arrugginire nei magazzini. Dobbiamo coinvolgere tutti queli che riusciamo: un disabile non deve sentirsi un peso, ma una risorsa importante della società. Vogliamo continuare con operazioni di questo genere e potenziarle, con la collaborazione della società civile organizzata».

Per l’assessora all’Ambiente Giannuzzi «così si fa economia circolare. Ambiente e solidarietà vanno di pari passo. Dobbiamo cercare di stimolare il più possibile progetti di questo genere».

«E’ un progetto che fa bene a Torino su tre diversi fronti – dichiara Maria Lapietra, assessora ai Trasporti – alle biciclette che prendono nuova vita invece che essere buttate via, alle persone che ci lavorano e a chi le utilizza. Torino deve diventare ancora più ciclabile».

 

 

 

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