Up Pupi Avati Slideshow

PupiAvati_0001
PupiAvati_0002
PupiAvati_0003
PupiAvati_0004
PupiAvati_0005
PupiAvati_0006
PupiAvati_0007
PupiAvati_0008
PupiAvati_0009
PupiAvati_0010
PupiAvati_0011
PupiAvati_0012
PupiAvati_0013
PupiAvati_0014
PupiAvati_0015
PupiAvati_0016
PupiAvati_0017
PupiAvati_0018
PupiAvati_0019
PupiAvati_0020
PupiAvati_0021
PupiAvati_0022
PupiAvati_0023
PupiAvati_0024
PupiAvati_0025
PupiAvati_0026
PupiAvati_0027
PupiAvati_0028
PupiAvati_0029
PupiAvati_0030
PupiAvati_0031
PupiAvati_0032
PupiAvati_0033
PupiAvati_0034
 
 

Foto: beppe © 2016


TORINO FILM FESTIVAL - PUPI AVATI

Bolognese, nato il 3 novembre 1938, Giuseppe Avati, detto Pupi, si laurea in Scienze Politiche, ma insegue fin da ragazzo il sogno del cinema, frequentando corsi di regia e cimentandosi con la macchina da presa.

Nel 1968 debutta nel lungometraggio con Balsamus, l'uomo di Satana, la storia tragica e fantasiosa di un nano e dei suoi strani poteri, a cui fanno seguito qualche anno più tardi La mazurka del barone della santa e del fico fiorone (1975), con Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio, La casa dalle finestre che ridono (1976), la favola nera di un pittore pazzo morto suicida, e il musical Bordella (1976) con Gigi Proietti, censurato all'uscita.

Con Una gita scolastica (1983), il racconto di una gita-premio di un gruppo di studenti del liceo, Pupi Avati mette definitivamente a punto il suo stile personale, minimalista e intimo, che diventerà una costante nella sua produzione successiva.

Nascono così Festa di laurea (1984), commedia amarognola con Carlo Delle Piane, Noi tre (1984), premio speciale per i valori tecnici alla Mostra di Venezia, Regalo di Natale (1986), una partita a poker ricca di suspense e di piccoli scorci di vita di provincia, e Storia di ragazzi e di ragazze (1989), David di Donatello per la migliore sceneggiatura.

Nel 1991 Avati gira in America Bix, biografia di Leon Beiderbecke, uno dei pochi jazzman bianchi, e l'anno successivo dirige Fratelli e sorelle, amara riflessione sulla perdita dei valori e degli ideali di una confusa gioventù.

Nel 1993 presenta a Cannes il suo film più ambizioso, Magnificat, poi porta sul grande schermo L'amico d'infanzia (1994), L'arcano incantatore (1996) e Festival (1996). Dopo Il testimone dello sposo (1997), con Diego Abatantuono e una debuttante Inès Sastre, Avati dirige La via degli angeli (1999), ambientato nei primi del Novecento nella campagna emiliana, I cavalieri che fecero l'impresa (2000), tratto da un suo romanzo, e Il cuore altrove (2002), la storia elegante e sussurrata tra un giovane insegnante timido e impacciato e una ragazza bella e spregiudicata che ha perso la vista in un incidente.

Nel 2004 è la volta invece di La rivincita di Natale, sequel a quasi vent'anni di distanza del film sui giocatori di poker con Abatantuono. Avati continua negli anni a regalarci il suo universo cinematografico fatto di storie minimaliste con personaggi spesso proiettat nostalgicamente verso il passato, come in Quando arrivano le ragazze? (2004) o La seconda notte di nozze (2005).

Nel 2008 torna al cinema (e al festival di Venezia) con il film Il papà di Giovanna. Ambientazione ed epoca sono quelli preferiti del regista: la sua Bologna, e l'Emilia, negli anni trenta.

Nel 2011 ha presentato in concorso alla Festa del cinema di Roma il film Il cuore grande delle ragazze, con la partecipazione di Micaela Ramazzotti e del cantante Cesare Cremonini. Nel 2013 dirige la sua nuova fiction con Christian De Sica da titolo Un matrimonio, in onda su RaiUno.

 

 

    Torino Film Festival

 

www.vbs50.com - info@vbs50.com

VBS50 © 1998: FOTO - FOTO CITTA' - FOTO EVENTI

 

 

 



Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto